INTERVISTA ESCLUSIVA, Testa: “Il futuro del Tor di Quinto è più radioso che mai”
(foto di © Gian Domenico SALE – www.photosportiva.it)
di Lorenzo Petrucci
Ricca intervista al Presidente del Tor di Quinto Massimo Testa affrontando argomenti di varia natura, dalla stagione appena conclusa agli obiettivi della prossima, dalla figura, ormai storica, del Tor di Quinto come società di appeal importante non solo a livello regionale ma anche nazionale, dal ritorno nell’organigramma societario nel ruolo di Direttore Sportivo di Guarracino al futuro rappresentato da Lorenzo e Riccardo (nipote e figlio del Presidente), tutti questi aspetti che delineano un Tor di Quinto sano, con basi sicure per i prossimi anni e con un futuro che si prospetta importante e di altissimo livello.
Allora presidente partiamo dalla stagione che si siamo da poco lasciati alle spalle, conclusa con l’importante traguardo di 5 squadre su 5 alle fasi finali. Può farci una sua analisi?
“Credo che un dirigente di calcio e che operi in una città come Roma portare cinque squadre alle fasi finali regionali sia il massimo che si può aspirare. Partendo da questo punto e dalla storia del Tor di Quinto magari qualcuno si aspettava qualcosa di maggiore, ma di più c’era solo il titolo. L’unico peccato forse è stato non aver preparato le finali nel migliore dei modi come di consueto e che forse essere arrivati tutti alle fasi regionali ci aveva un pò appagato. Nei tornei di fine stagione abbiamo ripreso in mano questa situazione e abbiamo poi vinto il Trofeo Tortora e due tornei a Grottaferrata contro avversari di livello. L’avvento di Guarracino in società credo che venga proprio a colmare queste piccole lacune che erano più organizzative che non tecniche.”
Come lei ha accennato, dopo alcuni anni, c’è stato l’ingresso in società nel ruolo di Direttore Sportivo di Giampiero Guarracino, una figura importante nel passato del Tor di Quinto, può spiegarci questo ritorno?
“Il perché di questo è facile, dopo dodici anni abbiamo provato a sostituirlo con persone giovani che forse non hanno capito bene che tipo di ambiente c’è a Tor di Quinto e poi secondo me Guarracino è uno dei Direttori Sportivi più bravi della regione e il suo aiuto con giocatori, allenatori ed ecc è di certo più importante rispetto ad altri che avevano meno carisma ed idee di lui. Noi con Guarracino puntiamo di tornare quel Tor di Quinto completo in tutti i settori.”
Col ritorno di Guarracino, la sua presenza da Presidente sempre costante, con suo nipote Lorenzo Basili alla guida degli Allievi Elite e suo figlio Riccardo sempre a seguito delle varie squadre e interessato dei vari aspetti societari, si può dire che sta tornando il famoso spirito del Tor di Quinto degli anni passati con ottimi prospetti per il futuro?
“Certo, assolutamente, su Guarracino ne ho già parlato, su Lorenzo sono veramente contento, ha fatto un ottimo campionato, e Riccardo sta imparando sempre più velocemente le dinamiche societarie. Loro rappresentano il futuro del Tor di Quinto, un futuro che sarà radioso anche perché dopo alcuni anni ci siamo risollevati e nessuna società dopo che si è ridimensionata è poi risalita, nessuna tranne il Tor di Quinto. Il merito di questo non è mio ma è la fortuna di aver avuto una famiglia con due ragazzi (Lorenzo e Riccardo) che appunto rappresenteranno il Tor di Quinto nei prossimi anni, senza dimenticare naturalmente Tafani e Marra che sono destinati a tornare. Noi nel futuro abbiamo tanti punti fermi che nessun’altra società ha, abbiamo il lavoro come simbolo e il sacrificio come vocazione.”
Lei come tutto il Tor di Quinto siete già a lavoro da settimane per la nuova annata, che obiettivi ci saranno per la prossima stagione?
“Dopo esserci ripresi dopo alcuni anni, adesso vorrei rivincere un titolo e non nascondo che mi piacerebbe farlo soprattutto con la Juniores. Stiamo lavorando per squadre competitive. E’ stato per anni il tempo di altre società e non del Tor di Quinto e penso che questo tempo sia in scadenza. Vedo poca creatività in giro, con troppe società che si impegnano in polemiche e a litigare tra loro invece di impegnarsi e questo è un sintomo di grossa difficoltà.”
In settantadue anni di storia del Tor di Quinto il mondo calcistico è cambiato molto, cosa ne pensa di questo ambiente negli ultimi anni?
“Negli scorsi quattro anni il mio impegno oltre a quello di riportare il Tor di Quinto in alto è stato quello di non logorare l’immagine di questa società e ci sono riuscito, perché l’immagine è sicuramente un aspetto importante. Devo dire che sono rimasto malissimo di come quattro anni fa altre società ci hanno aggredito e ci hanno portato via intere squadre di ragazzi. Di persone verso cui nutro ancora delle simpatie in questo ambiente ne sono rimaste poche e alla fine la crisi di questo ambiente non è nient’altro che il risultato della condizione de nostro paese. In settantadue anni di Tor di Quinto siamo sempre andati avanti per la nostra strada e non sono mai andato contro chi lavora bene da più di quarant’anni nel mondo dell’informazione. La crisi del movimento è anche questa, una volta c’erano meno mezzi rispetto ad ora e i nuovi che arrivano devono ricordarsi da chi c’è da molto più tempo e ha lavorato sempre bene.”
Pensa quindi che questa situazione di crisi del calcio regionale non sia nient’altro che il risultato di una crisi nazionale di questo sport?
“Innanzitutto devo ancora capire la finalità perché una squadra Primavera ha otto/nove calciatori stranieri, poi vorrei dire che c’è un accanimento sulle squadre dilettanti, i giocatori non si danno più a nessuno, si preferisce un ragazzo straniero rispetto a uno italiano, di certo quindi il decadimento della Serie A non poteva non influire anche nel dilettantismo.”