Calcio e procuratori sportivi, un rapporto sempre più stretto
di Jacopo VALENTINI
Il procuratore sportivo, anche detto agente di calciatori, è la persona che negozia, per conto di atleti, i contratti con le società sportive, ottenendo in cambio una percentuale dell’ingaggio. Questa è la definizione più precisa di “procuratore sportivo” e delle funzioni e poteri di cui è in possesso. Questa figura è la più discussa nel mondo del calcio e mai come ora, ci si domanda se il procuratore sportivo possa essere veramente una risorsa o un problema per questo sport. Tutti, oggi, hanno negli occhi l’operazione che ha portato il talento francese della Juventus, Paul Pogba, al Manchester United e che ha fruttato al suo agente, Mino Raiola, una cifra vicina ai 30 milioni di euro, tra commissioni e percentuali sulla cessione. Senza dimenticare la percentuale che lo stesso agente percepisce dallo stipendio del ragazzo, la quale si avvicina ai settecentocinquantamila euro annui. Allora, come diventare procuratore e fare tutti questi soldi? Diventarlo è veramente semplice. Ormai è necessario solamente essere in possesso di tre requisiti: la cittadinanza italiana, il non essere mai stato condannato per reati legati allo sport ed avere a disposizione la somma di euro 500. Tassa che va versata annualmente per iscriversi al “Registro degli agenti “ presso la FIGC. Le difficoltà, quelle vere, si palesano una volta raggiunto lo scopo. Non è prevista difatti alcuna forma di tirocinio o di pratica. L’unico modo per impratichirsi è andare alla ricerca di qualche procuratore già affermato che dia la possibilità ad un ragazzo di mettersi alla prova. Ma il grosso del lavoro è essenzialmente “fai da te”. Solo i ragazzi più scaltri e motivati riescono nell’impresa di poter riuscire in ciò che aspirano. L’investimento iniziale, su se stessi, è importante, ma i ritorni, vedi Raiola, possono essere straordinariamente remunerativi. Una volta riusciti nel loro intento, i novelli agenti, vengono sommersi da telefonate e messaggi da parte di calciatori, genitori e direttori sportivi. Tutti alla ricerca di piazzare quel ragazzo o di fare un gran colpo. Vedendola quindi da questo punto di vista si potrebbe affermare, senza troppe remore, che il procuratore sportivo è una risorsa per il calcio. Di contro c’è chi afferma, anche a ragione, che i procuratori per cercare un loro massimo guadagno, spingono i propri assistiti a cambiare spesso squadra cercando di fargli guadagnare, a volte con metodi non sempre corretti, il massimo possibile. Come in tutte le cose ci sono i pro e i contro. L’esperienza insegna che una vera risposta alla domanda iniziale la potrà dare solo il tempo. Non resta che vedere come andrà a finire, sempre sperando in un calcio pulito e corretto. Ai posteri l’ardua sentenza.