Intervista a Massimo Galdi, Presidente de La Petriana: “il nostro sogno nel cassetto si chiama Serie D”
di Lorenzo Petrucci
Il Presidente del Petriana, Massimo Galdi, ci illustra il club in vista della stagione, discutendo della nuova gestione societaria, un’era che a via Santa Maria Mediatrice si preannuncia splendente e radiosa, per un rilancio importante con alcuni sogni nel cassetto non nascosti, puntando sul settore giovanile ma con ricche novità future che mostrano un progetto serio e ben organizzato da tutto il nuovo staff.
Allora Presidente, partiamo dalle novità principali, la società rispetto a qualche mese fa è cambiata molto, può illustrarci le principali?
“Innanzitutto vorrei dire che i cambiamenti che sono avvenuti non sono nei principi o nelle finalità che la Petriana ha sempre avuto e manterrà fino a quando ci sarà questa società sportiva, come la cura del ragazzo, dello sport e quella di far fare sport ai ragazzi sia nell’aspetto agonistico ma anche nel sapersi comportare bene fuori e dentro il campo. Detto questo, quello che è cambiato è esclusivamente lo staff dirigenziale, con un aumento delle strutture, con la possibilità di fare scuola calcio a Via di Villa Giulia e nella storica sede di Santa Maria Mediatrice dove, in quest’ultima, riusciamo a fare anche l’agonistica. Il lavoro che è stato fatto in questi pochi mesi è stato enorme con un impegno di tantissime persone che hanno permesso il passaggio dalla vecchia gestione della Petriana a quella nuova.”
Ci sono altre novità all’orizzonte?
“Noi vorremo tornare a fare categorie più importanti anche per lo sviluppo che dobbiamo e vogliamo dare al settore agonistico, quindi in prospettiva ambiamo sicuramente a un passaggio in categorie superiori e da un altro punto di vista cercheremo di affinare quelle che sono le preparazioni della scuola calcio attraverso delle metodologie che riguardano sia la tecnica individuale che i nuovi schemi di gioco. Siamo sicuri che l’importante lavoro che stiamo facendo adesso pagherà in futuro, con lo scopo di mantenere certi principi ma diventare anche elemento di spicco per quanto riguarda le varie metodologie di allenamento.”
Con la crescita del “progetto” Petriana si nota la volontà importante di crescere a livello sportivo, quali obiettivi vi siete posti?
“Dal punto di vista dirigenziale siamo arrivati da poco in questo campo quindi abbiamo la necessita di affinare quelle che sono le nostre dinamiche interne, non possiamo altro che imparare dalle altre realtà e uniformarci in questo bel mondo del calcio ricco di spunti interessanti e stimoli, per ora siamo una dirigenza nuova e come tale ci dobbiamo comportare poi in futuro ripeto vogliamo crescere sempre di più.”
C’è magari il desiderio di creare a breve una Prima squadra?
“Assolutamente si, creare una prima squadra è il nostro obiettivo primario, a lungo raggio invece abbiamo la voglia e anche le capacità di portare i ragazzi a categorie superiori, questo per noi è fondamentale. Il lavoro sarà tanto, sarà anche fatta una ricerca di figure professionali che poi noi andremo a contattare, per adesso tutto lo staff dirigenziale e tecnico che è di primissimo livello, ma sicuramente in futuro lo affineremo in relazione poi ai risultati che riusciremo ad ottenere.”
Quale è sogno nel cassetto per la Petriana?
“La Serie D. L’ambizione è forte ma questo è il nostro sogno nel cassetto, alla fine è un sogno e siamo liberi di farlo.”
Vi trovate in una delle più belle zone di Roma dove però le società sportive non sono molte, nutrite magari la volontà di creare un senso di appartenenza col quartiere?
“Il senso di appartenenza c’è sempre stato, quando si gira per il quartiere la Petriana è conosciuta da tutti e chiunque è passato in questa zona di Roma non può non conoscere la società, ovviamente il legame che c’è tra la Petriana e il quartiere ad oggi noi cerchiamo di rinforzarlo e di sottolinearlo ancora di più, per un lustro che deriva da più di ottant’anni, certo è anche importante dare un segnale di novità e far capire che siamo una società proiettata verso nuovi orizzonti.”
Con questo importante programma, lei come tutto lo staff dirigenziale, andate un pò contro a chi dice che ormai in questo campo non ci sono più idee e soprattutto che non ci sono più i soldi, pensa invece che si possa ancora investire nel calcio dilettantistico?
“Questo è fondamentale, se penso che i calciatori italiani che sono pochissimi in Serie A, in questo la cura del settore giovanile e la scuola calcio sono di primaria importanza e sicuramente la possibilità per i nostri giocatori di eccellere anche in competizioni maggiori è fondamentale, inoltre penso che questi due campi debbano anche essere incentivati in maniera maggiore, con agevolazioni e altro, quindi penso che si debba partire da questi punti fermi per il bene del calcio.”
Infine, nella costruzione del progetto Petriana, si sente di ringraziare qualcuno in particolare?
“Noi innanzitutto ringraziamo la vecchia società che ci ha dato la possibilità di continuare a fare calcio a buon livello, ringraziamo sicuramente tutte le persone dello staff perché ognuno è riuscito ad occuparsi in maniera organica del proprio compito con risultati ottimi, tutto lo staff si è mosso in maniera unita su un progetto condiviso. La vera forza di questa Petriana è proprio la capacità di condividere i progetti, analizzarli e farli propri ad ogni singola persona così che la partecipazione è totale e completa. Sicuramente dobbiamo ringraziare tutti quelli che ci hanno aiutato come l’Aurelia Antica e alla quale mi sento di rivolgere un ringraziamento per il supporto che ci hanno fornito in un momento importante di questo passaggio di società.”