Intervista a Roberto Paolini, parla l’allenatore esonerato dall’Ottavia: “da giugno sono pronto a tornare alla guida di una squadra”
di Lorenzo Petrcucci
E’ di queste ore la notizia dell’esonero dalla panchina degli Allievi elite dell’Ottavia di Roberto Paolini. Abbiamo contatto l’allenatore per chiedergli maggiori spiegazioni e per parlare dei suoi progetti futuri.
E’ notizia di queste ore il suo esonero dalla panchina degli allievi elite dell’Ottavia, come ha preso la decisione e quali pensano siano state le cause principali?
“Ovviamente c’è rammarico perché si era iniziato un percorso e quando non riesci a portarlo a termine ti dispiace, soprattutto perché ad inizio anno era stato fatto un determinato discorso con la società. La squadra 2000 dell’Ottavia non c’era e abbiamo dovuto fare delle selezioni, con ragazzi provenienti dal campionato Provinciale. Sapevamo che sarebbe stato difficile e soprattutto all’inizio abbiamo pagato uno scotto in termini di esperienza di categoria, però i ragazzi stavano lavorando benissimo e posso dire che in vent’anni che alleno non ho mai trovato un gruppo così disponibile al lavoro e si iniziano a vedere dei risultati. Il rammarico nasce dal fatto anche che con la società ci eravamo prefissati di fare degli step intermedi poi però sono iniziate a circolare varie voci ma non posso dire nulla alla società, anzi li ringrazio per la fiducia che mi hanno dato lo scorso campionato, è finita così ma anche questo fa parte del calcio e ringrazio l’Ottavia. Quello che posso dire però è che ci sono forse state troppe interferenze con questa squadra, sia dentro che fuori dal campo e questo non ci ha permesso di lavorare in maniera serena.”
A parte quest’anno, nello scorso campionato sempre alla guida degli Allievi Elite dell’Ottavia fece una stagione a dir poco ottima, con risultati importanti e mettendo paura anche alle “grandi”, rispetto allo scorso campionato cosa pensa che non abbia funzionato?
“La differenza come ripeto è che con i ’99 dello scorso anno avevo già fatto un lavoro dietro, a differenza dei 2000 con alcuni che hanno sentito il passaggio di categoria. Sapevo che il girone d’andata sarebbe stato di sofferenza ma stavamo dando dei segnali di risveglio perché avevamo fatto sette punti nelle ultime quattro partite e ad oggi l’obiettivo che mi aveva dato la società, cioè salvezza senza i playout, sarebbe stato centrato, con l’obiettivo di far crescere i ragazzi. Nel girone di ritorno generalmente le mie squadre fanno molti più punti di quello di andata perché la squadra assorbe una metodologia di lavoro sia fisico che tecnico tattico e riesce ad esprimersi meglio.”
Parlando sempre dello scorso anno, tra i suoi giocatori c’erano elementi che ora militano tra le migliori squadre della Regione (es: Libertini e Vertolomo al Tor di Quinto e Vena fino a poco fa alla Tor Tre Teste), immagino che questo sia motivo di orgoglio per contribuito alla crescita di questi ragazzi?
“E’ grande motivo di soddisfazione non solo perché sono andati a giocare in squadre importanti ma perché tutt’ora ci sono rimasto in contatto anche solo per un saluto. Al di là del rapporto calcistico c’è quello umano che è fondamentale e va prima di tutto per me. Sapere che miei ex giocatori stanno facendo bene ne sono felicissimo e anche loro raccolgono quello che hanno seminato. Io dico sempre ai ragazzi di prendere il meglio da ogni tecnico che hanno, come devono fare i miei ex ragazzi all’Ottavia devono fare col nuovo allenatore. Se gli allenatori e le società passano, i ragazzi sono i professionisti.”
Ora libero da impegni, c’è la volontà da parte sua di tornare in sella ad una panchina quanto prima? Già in questa stagione o direttamente dalla prossima estate?
“Fino a giugno essendo ancora tesserato Ottavia per regolamento io non posso allenare, non nascondo che il campo già mi manca essendo un allenatore a cui piace stare sul campo. Molto volentieri durante la settimana invece di allenare andrò a vedere qualche collega. Non nascondo che da quando sono stato sollevato dal mio incarico dei contatti con alcune società c’è stato, anche per consolarmi dopo la brutta notizia di ieri. In questo periodo però stancherò un pò e poi vedremo. Io mi metterò seduto con tutti e poi il progetto che m piacerà di più sposerò la causa.”
Preferirebbe una panchina di settore giovanile o anche nel dilettantismo?
“Io ho iniziato ad allenare vent’anni fa e ho fatto praticamente tutto, dai piccoli amici a salire, è un pò di anni che quando mi metto seduto con i presidenti o con i direttori sportivi preferisco le panchine dagli Allievi a crescere non nascondendo che mi piacerebbe anche in Prima squadra.”
Quali sono i suoi dettami principali da allenatore e che filosofia di gioco adotta alle sue squadre?
“La mia filosofia è quella di fare un gol in più degli avversari, non che non difendo ma mi piace fare calcio propositivo perché ai giocatori piace attaccare. Mi piace un calcio ragionato e veloce e basato su una grande fase di attacco.”