San Giovanni Rotondo: un viaggio nel Gargano tra spiritualità e sapori mediterranei
di Camilla DONINELLI
Un itinerario di tre giorni nelle terre che hanno accolto Padre Pio, e non solo. Accoglienza, umanità e gusto si mescolano tra I suggestivi panorami della Puglia.
Un ‘educational tour’ ha lo scopo, come da definizione, di far conoscere le peculiarità di un determinato luogo. Cucina, cultura, tradizioni e storia sono gli elementi principali. Questo è quello che si aspetta un giornalista: guardare, scrivere e poi voltare pagina. Tre-quattro giorni fuori dalla città caotica e troppo veloce per fermarsi anche solamente ad apprezzare quello che ci appartiene.
Ebbene anche io ho partecipato ad un ‘educational’. Precisamente a ridosso della settimana di Pasqua. Destinazione Puglia, Gargano, a San Giovanni Rotondo, terra ‘adottiva’ di Padre Pio. Qui il tessuto sociale e quotidiano è fortemente connesso alla fede, alle tradizioni che non vengono tirate fuori solo al momento giusto (come purtroppo siamo abituati a fare), ma al contrario mai abbandonate. Ecco la sorpresa. Il lato umano che non siamo abituati a mettere in conto.
Il tour organizzato da “Inchiostro da Gustare” e dalla Regione Puglia, in poco tempo (perché come sempre il tempo non basta mai) è riuscito a mostrare una terra che viene, molto spesso solo ed unicamente associata ed identificata alla storia del frate di Pietrelcina, ma che non è solo ed unicamente questo.
Torniamo a noi.
Poiché il tutto si è svolto durante la settimana Santa, il ‘benvenuto’ ci è stato dato dall’attore e regista pugliese, Michele Placido, che sul sagrato di Santa Maria delle Grazie, a San Giovanni Rotondo, ha portato in scena “Processo a Gesù con Padre Pio Cireneo”, sui testi del poeta italiano Mario Luzi, insieme agli attori Gerardo Placido (nonché suo fratello) e Paolo Gattini.
Parliamo di una rappresentazione basata su testi laici. Un Placido commosso e trasportato, non sono una critica, ma di sicuro ha attirato anche l’attenzione e la curiosità di una giornalista come me, che pensa di aver visto tutto. Presenti, naturalmente, tutte le autorità. Da Costanzo Cascavilla, sindaco di San Giovanni Rotondo; Gaetano Cusenza, delegato provinciale al turismo; il consigliere provinciale Giuseppe Mangiacotti, il vicario dell’arcivescovo di Manfredonia-Vieste-S.Giovanni Rotondo, don Vincenzo D’Arenzo; il direttore amministrativo di Casa Sollievo della Sofferenza, Michele Giuliani, e padre Francesco Di Leo, rettore del santuario di Padre Pio.
Vi presento questo piccolo borgo che ha molto da raccontare. La cittadina di San Giovanni, trova un collocazione naturalmente suggestiva, tra il verde del Parco Nazionale del Gargano e le alture del Monte Calvo. La figura di Padre Pio, da quando si è trasferito agli inizi del ‘900, ha cambiato profondamente la storia di questo centro del Gargano. Nella parte alta sorge la “Casa Sollievo della Sofferenza”, definito il “tempio di preghiera e di scienza” dallo stesso Padre Pio. Accanto le tre chiese: le prime due dedicate a Santa Maria delle Grazie e il recente Santuario (2000) progettato da Renzo Piano, dove poi sono state collocate le spoglie del frate.
Ci troviamo 557 metri sul livello del mare, l’accoglienza e il calore umano fanno da padroni in un’atmosfera di umanità e fratellanza. Si passa dalla spiritualità, all’architettura perfettamente incastonata nella natura fino alla tradizione enogastronomica.
C’è Monte sant’Angelo, il «santuario in perfetto equilibrio fra natura e architettura, con le sue grotte, i suoi portali, le mirabili sculture, le testimonianze bizantine, longobarde, federiciane, medievali e rinascimentali convivono in una profonda unità spirituale che si riflette nella viva coscienza civile dei cittadini, che rispecchiano quella spiritualità in pulizia interiore ed esteriore, in decoro e rispetto, non raro in Puglia, ma qui anche più consapevole». Parola di Vittorio Sgarbi.
San Marco in Lamis. La storia della città si intreccia con quella del santuario di San Matteo, il cui edificio a prima vista può essere scambiato per un’antica fortezza, ma in realtà è un monastero di frati cappuccini risalente al IX-X secolo. Nel medioevo l’imponente struttura garantiva protezione agli abitanti del luogo, per la sua posizione inespugnabile, arroccata su un colle.
La miniera di bauxite. «Una storia legata alle viscere della terra» come ha scritto Salvatore Mangiacotti nel suo libro “Il Pianto della Miniera”. Una ricostruzione di quello che è accaduto tramite documenti e atti parlamentari e non solo.
C’è molto da vivere nel Gargano, tramite l’unicità dei suoi borghi ricchi di storia e dove «l’essenziale è invisibile agli occhi».