Cucinotta, Spagnuolo, Esposito Premiati al Museo archeologico di Sezze tre consolidati artisti romani
di Giuseppe MASSIMINI
Premiati a Sezze tre consolidati artisti romani. Il premio, “per aver contribuito con il loro lavoro ad arricchire il panorama dell’arte contemporanea”, è stato assegnato in occasione dell’inaugurazione della mostra “Dipinti e vini d’autore” che si è svolta al Museo archeologico.
Maurilio Cucinotta nasce a Roma. Dopo un primo avvio alla pittura approfondisce la sua attività artistica nello studio del maestro Aligi Sassu e dello spagnolo José Libera. Agli inizi della sua attività rielabora il mondo classico con una figurazione simbolista; poi si avvicina alla pittura surreale con qualche escursione in campo metafisico e si costruisce una propria identità che, soprattutto in questi ultimi anni, ha raggiunto una pienezza e una sua autonomia di voce. Inizia per Cucinotta una nuova stagione artistica che scorre su un doppio binario: da un lato ci trascina in un suo romanzo pittorico, dall’altro ci trasporta tra capricci surreali e atmosfere metafisiche nella nostra realtà quotidiana. All’attività di pittore affianca uguale attenzione per l’incisione approfondita nella prestigiosa scuola di Urbino. Pino Spagnuolo, nato a Cesinali in provincia di Avellino, da oltre 50 anni vive ed opera a Roma. La sua arte non ha confini.
E’ come una voce che non ha mai smesso di aprire nuove strade e sperimentare cammini diversi che ritroviamo in tutte le tecniche utilizzate nella sua lunga attività: dal disegno all’acquerello; dalla pittura ad olio a quella acrilica. Prima una lunga esperienza figurativa, poi uno sguardo alla pittura impressionista e l’inizio di una nuova stagione pittorica colmo di una libertà espressiva che nel tempo è diventata sempre più materica e gestuale. Oggi, nella sua piena maturità, senza mai perdere il gusto dei mutamenti, si spinge in una accorata astrazione di intensa vibrazione cromatica. Vincenzo Esposito, di professione architetto, artista per passione, è considerato uno dei più apprezzati acquerellisti romani del nostro tempo. Colpiscono subito, osservando i suoi dipinti, la curata raffinatezza dei particolari, la leggera trasparenza del colore e una maestria tecnica nel governare l’uso dell’acquerello. Infine, una grande preparazione pittorica conquistata, come si legge nella sua biografia, “giorno dopo giorno sul campo”. Il suo cammino si snoda in più tappe di ricerca, con periodi di riflessioni e di approfondimenti e di non poca conflittualità con le altre scelte artistiche a lui contemporanee. Agli inizia studia la pittura naturalista di Constable e di Turner, poi si avvicina alla scuola di Posillipo senza trascurare la pittura impressionista e avvia una sua particolare ricerca sempre indirizzata verso la rappresentazione della realtà come se fosse l’ultimo verbo della pittura.