CONFERENZA STAMPA Di Francesco post Roma-Atalanta 1-2

CONFERENZA STAMPA Di Francesco post Roma-Atalanta 1-2

di Lorenzo Petrucci

(foto di © Gian Domenico SALE – www.photosportiva.it)

Una domanda secca e difficile: che succede?
“È la prima domanda che mi aspettavo e anche giusta. Credo che noi siamo in involuzione per quello che abbiamo dimostrato questa sera, specialmente dopo il gol dell’Atalanta sembravamo una squadra disunita, la paura di giocare la palla a cinque metri. Siamo mancati in personalità, nel desiderio di andare a riprendere questa partita. Poi abbiamo fatto tutto sporadicamente e non da collettivo come abbiamo dimostrato di essere in passato. Però adesso bisogna stare solo zitti, si è incudine. Dobbiamo riprendere l’aspetto mentale più che quello fisico: se si corre male e non si corre insieme si fa fatica e noi stiamo correndo poco insieme. Un pochino di scollamento c’è, io sono l’allenatore e sono il primo responsabile e devo andare a individuare questo aspetto il prima possibile per ritrovare la squadra che ci ha dato grandi soddisfazioni.”

È la settima volta che la Roma si ritrova in svantaggio e non ha mai vinto una partita in rimonta. Perché questa squadra fa fatica quando si ritrova a rincorrere?
“Questa partita per me è differente dalle altre, non avevamo mai subito due gol in 20’ minuti come oggi e si è disunita con troppa  facilità. Non si è vista la reazione di squadra che avrei voluto, il come mai oggi per me è una risposta difficile da dare. Nelle mura amiche dobbiamo riguardarci negli occhi per capire bene dove vogliamo arrivare e cosa vogliamo fare. Se abbiamo fatto qualcosa di importante fino a qualche tempo fa, si vede che un’identità c’era, se dobbiamo andare avanti più che i sistemi di gioco dobbiamo scegliere gli uomini sui quali fare affidamento. Queste partite mi hanno dato risposte non positive per il discorso generale anche di personalità che è venuta a mancare e nella Roma servono, soprattutto quando le partite si mettono come oggi.”

La risposta oggi è più grande del solito, anche in virtù della decisione che si era presa. Il fatto che la squadra non sia riuscita a reagire è un ulteriore segnale negativo?
“Sì, perché si fa una scelta forte fatta anche insieme al giocatore per dare più forza e identità al gruppo. Questo non è accaduto ed è un vero peccato, non è accaduto ma bisogna andare indietro su scelte che vanno al di là del discorso sportivo. Sul carro ci sale poca gente perché abbiamo perso. Nella vita bisogna fare delle scelte e prendersi le proprie responsabilità, io ora sto zitto e subisco, poi mi auguro che tra qualche mese torneremo sul carro per poter gioire per qualche altra vittoria. In questo momento io ho grandissimo dispiacere per i risultati sportivi, ma la scelta che è stata fatta andava fatta per crescere dal punto di vista etico e morale e generale. È servita a Radja più di tutti, poi chi vuol capire capisca. Ognuno a casa sua è libero di trattare ed educare le persone come vuole, noi abbiamo fatto una scelta e mi auguro che fino a quando ci sarò io sarà sempre così.”

Per giustificare questo momento della Roma, quanto hanno influito il gesto scellerato di De Rossi a Genova e la sconfitta in Coppa Italia? Lei metterebbe in campo di nuovo quella formazione?
“Al di là della formazione schierata, la squadra aveva giocato in maniera differente col Torino, parliamo anche di prestazioni, non posso basarmi solo sul risultato. La prestazione di oggi è negativa, in altre situazioni, al di là di chi ho fatto giocare, è stata un’altra prestazione, è stata un’altra squadra. Mi girano veramente le scatole ad aver perso col Torino, da lì la squadra è tornata indietro e dal punto di vista della determinazione e del desiderio di arrivare al risultato siamo mancati. Questa cosa mi fa rabbia, l’avevamo trovata, perché perderla? Abbiamo lavorato di più nelle ultime settimane dal punto di vista difensivo, oggi per dire in due-tre situazioni uno scappava e uno saliva: avevamo lavorato benissimo nell’ultimo periodo, anche quando avevamo avuto meno tempo di lavoro. Dobbiamo allora ritrovare le energie nervose per trovare quelle energie mentali e tornare ad essere quelli di prima. Però oggi non posso trovare giustificazioni, devo stare solo zitto e dare spiegazioni che siano vicine. Dobbiamo rimboccarci le maniche, io per primo, per trovare dove migliorare questo aspetto della squadra.”

Quanto le complica i piani questa settimana di vacanza? Da contratto i giocatori devono andare in vacanza. Ha dato delle regole da seguire?
“È ovvio che hanno delle regole, mi viene da sorridere sulle regole quando stanno per i fatti loro. Abbiamo dato dei programmi di lavoro, ci può stare a livello mentale anche lo stemperare la tensione. Mi auguro di ritrovare giocatori più carichi mentalmente, con la voglia di recuperare ciò che hanno lasciato per strada perché è veramente un peccato per il percorso che abbiamo fatto rovinare il gran lavoro. Dispiace e basta, in questo momento sono rammaricato più per il risultato per la prestazione del primo tempo nel quale la squadra non mi è piaciuta assolutamente per carattere e personalità.”

Redazione

Il sito del settimanale 'Nuovo Corriere Laziale' testata che segue lo sport giovanile e dilettantistico della regione Lazio.

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