Da Wassily Kandinsky a John Cage
di Giuseppe MASSIMINI
Una grande mostra a Reggio Emilia indaga lo stretto rapporto tra arte e musica
Dall’astrattismo spirituale di Wassily Kandinsky al silenzio illuminato di John Cage Palazzo Magnani a Reggio Emilia ospita la mostra “Kandinsky – Cage: musica e spirituale nell’arte”. Non è solo una grande bella mostra ma un viaggio polisensoriale tra arte e musica a partire dalla fine dell’800 alla seconda metà del ‘900 quando, “in ambito germanico, spiega la curatrice Martina Mazzotta, il culto di Goethe, il vagnerismo, le scoperte scientifiche, la teosofia e la filosofia di Shopenhauer e di Nietzche fanno da sfondo ad un clima culturale unico e irripetibile “. La mostra prende avvio da preziosi bozzetti di opere di Richard Wagner, dall’Archivio Ricordi di Milano e continua con un importante nucleo di una cinquantina di opere di Wassily Kandinsky tra dipinti, acquerelli e grafiche, provenienti da musei e collezioni private, tra cui spiccano quelli ispirati da brani musicali, o realizzati per spettacoli teatrali. Colpisce “Quadri di un’Esposizione” sulla musica di Mussorgskij, dalla collezione universitaria del Castello di Wahn, Colonia. Il confronto dialettico con il musicista e compositore Constantin Čiurlionis, rappresentato in mostra da opere e spartiti provenienti dall’omonimo museo lituano di Kaunas, porta Kandinsky, intorno al 1910, sulla via dell’astrattismo spirituale sentito come continua ascesa verso la libertà della materia per proseguire, poi, sulla via dell’arte astratta. A una sezione su Paul Klee segue un omaggio a Marianne von Werefkin, la pittrice legata a Kandinsky e al Cavaliere Azzurro che considerava l’arte come “rivelazione della vita in termini di colore, forma e musica”, senza peraltro mai cedere alla pura astrazione.
Stretto il rapporto tra il suo lavoro e le composizioni “naturalistiche” di Stravinsky , l’altro protagonista, con Schoenberg, della modernità musicale della prima metà del XX secolo. Il percorso prosegue con una selezione di opere di altri artisti, attivi nel dopoguerra, particolarmente legati alla musica e alla spiritualità. Dopo Nicolas De Staël, ecco lo scultore Fausto Melotti e colposci subito l’“Uccello di Fuoco” un’ opera del 1971, che non veniva esposto da più di tre decenni; poi il pittore Giulio Turcato: la mostra espone, dopo 33 anni, acquerelli, maquette, video e musiche di Luciano Berio appartenenti a “Moduli in Viola. Omaggio a Kandinsky”, lo spettacolo realizzato per la Biennale di Venezia del 1984. L’ultima sezione è un ampio omaggio a John Cage, musicista, poeta e artista, erede della spiritualità kandinskiana. In mostra molti dei suoi spartiti tra cui il famoso “Solo for Piano” dal Concert for Piano and Orchestra del 1958. Completano la sezione documenti, audio, video e installazioni. Di grande suggestione “La stanza del silenzio” di Roberto Rauschenberg, amico di Cage.