Angelo Pavia, il preparatore atletico “giramondo” del calcio. In tournée in Italia con la Nazionale di C5 cinese
di Lorenzo Petrucci
Angelo Pavia, preparatore atletico di livello internazionale che ha mosso i primi passi nella Lazio per poi trasferirsi all’estero: Bangladesh, Ghana tra le altre e ora Cina con la Nazionale di calcio a cinque e un club di Serie A. Nei prossimi giorni tornerà in Italia per una tournee con la selezione cinese. Angelo Pavia, la dimostrazione che l’applicazione e lo studio portano risultati, l’importante è avere ambizione e voglia di crescere e migliorare giorno dopo giorno.
Puoi parlarci di te e delle esperienze lavorative che hai avuto in questi anni, dalla Lazio passando per il Bangladesh, l’Oman fino all’attuale Nazionale Cinese di calcio a 5?
“E’ partito tutto il terzo anno dell’università quando iniziai un tirocinio di dodici mesi presso la SS Lazio, per poi essere confermato e restarci per cinque anni fino all’ultimo in cui ho assunto il ruolo di responsabile dei preparatori atletici della scuola calcio. Conclusa l’esperienza alla Lazio mi chiamò Mister Fabio Lopez, ex attuale della squadra delle riserve dell’Ah Ahly, proponendomi di lavorare come preparatore atletico con la Nazionale di calcio del Bangladesh. Fu una scommessa ma decisi lo stesso di provare perché sapevo che un’altra occasione del genere era difficile che mi ricapitasse. Sono stato in Bangladesh per quattro mesi, per il girone di ritorno delle Qualificazioni Mondiali a Russia 2018. Abbiamo giocato quattro partite, tra cui quella contro l’Australia con 40mila persone a tifare per noi. Successivamente sono stato in Oman sempre col Mister Fabio Lopes e mi sono trovato ugualmente bene e infine ora in Cina, dove sto lavorando con la Nazionale di Calcio a 5 e con un Club di Serie A assieme ad altri due tecnici italiani come il fisioterapista Andrea Magini e il Mister Sergio Gargelli.”
Hai qualche episodio o aneddoto particolare?
“Vorrei parlare del rapporto che ho avuto col cibo nei vari Paesi in cui sono stato. Sono stato in Bangladesh e in Oman e tre settimane in Ghana dove mangiavo con le mani e dove mi ha colpito molto il rapporto che hanno col cibo. Ora in Cina invece sono passato dal mangiare con le mani alle bacchette. In un futuro spero di tornare a mangiare con coltello e forchetta.”
In Bangladesh, Oman e Cina il calcio è uno sport recente ma in rapida crescita, che aspetti trovi differenti rispetto a quello italiano in cui sei nato e cresciuto?
“Il calcio in tutti questi Paesi è in rapida crescita, soprattutto in Cina dove è diventato obbligatorio nelle scuole e ci stanno investendo davvero molto. Per quanto riguarda il Bangladesh e in Oman il calcio non è recentissimo ma non c’è la cultura, con lacune dal punto di vista tattico e dove risulta fondamentale il lavoro dell’allenatore che spesso deve partire proprio dalle fondamenta della tattica, a differenza dell’Italia dove ci lavoriamo in maniera forse anche troppo esagerata fin dalla scuola calcio.”
In Cina, in questo momento stai allenando una squadra di club di calcio a cinque e la Nazionale cinese, come sta andando la stagione?
“Molto bene, con il club siamo primi in classifica e abbiamo vinto quasi tutte le partite tranne una sconfitta e un pareggio, siamo a due terzi del campionato mancando una decina di partite, sono fiducioso e spero di vincere il campionato perché ne sarei molto contento per una grande soddisfazione. Per quanto riguarda la Nazionale sto lavorando ugualmente molto bene con il mister Sergio Gargelli e tutto lo staff.”
Che consigli daresti a un ragazzo che ha da poco concluso gli studi e che sognerebbe un giorno di percorrere i tuoi passi?
“Non nascondo che capita di ragazzi che mi chiedono che vorrebbero fare il mio stesso lavoro o mi chiedono consigli, io cerco di aiutarli e questo mi rende felice, essere di esempio per qualcuno. Sicuramente il consiglio è studiare tanto e aggiornarsi continuamente. Non è facile lavorare all’estero, ti deve piacere e ti devi saper adattare e sacrificare, quando incontri un problema devi considerarlo come un’occasione per migliorare e ringraziare di poter affrontare quel problema.”
Partito dal calcio a 11, come ti stai trovando a quello a 5?
“Col calcio a 5 mi sto trovando molto bene e mi sta piacendo, lo ritengo un bello sport e importante anche per la crescita di un calciatore. E’ uno sport molto veloce sia dal punto di vista tecnico che quello tattico e a livello cognitivo. In Italia o nelle precedenti esperienze non mi sono mai avvicinato al calcio a 5, anche se ne sono stato sempre molto curioso, ora lavorarci è stata una piacevole scoperta.”
Nei prossimi giorni assieme alla Nazionale cinese di calcio a 5 venite in Italia per una tournee nella quale affronterete diverse squadre tra cui la Todis Lido di Ostia, che cosa ti aspetti da questa esperienza?
“Per me è veramente un onore, sono molto contento, tornare in Italia dopo tanto tempo è sicuramente una bellissima emozione.”
In questa tournee ti aspetti di vedere delle differenze tecniche e tattiche tra il calcio a 5 cinese e italiano?
“Confrontandomi con MisterSergio Gargelli sappiamo che le squadre italiane di calcio a 5 sono di un livello superiore rispetto al nostro. Abbiamo deciso di venire in Italia perché crediamo che se facendo esperienze del genere si vedono i problemi che solitamente non vediamo e possiamo trovare soluzioni a questi problemi. Il nostro obiettivo è arrivare a qualificarsi ai Mondiali del 2020 e quindi fare il maggior numero di partite a livello internazionale per migliorare.”
A proposito di Italia, un giorno ti piacerebbe tornare a lavorare qui?
“Mi piace stare in Cina, amo la Cina e qui riesco a vivere di calcio, cosa che in Italia, almeno per ora, è molto difficile, ma come ho già detto mi piacerebbe tornare a mangiare con forchetta e coltello, quindi si mi piacerebbe tornare in Italia.”