Toulouse-Lautrec, opere grafiche

Toulouse-Lautrec, opere grafiche

di Giuseppe MASSIMINI

Alla Fondation Pierre Gianadda di Martigny manifesti e stampe dell’artista francese simbolo della Belle Ėpoque




Per la prima volta in Europa una collezione privata di manifesti e stampe scelte tra i fogli più spettacolari di una delle figure maggiormente incisive della Belle Ėpoque di fine secolo. La Fondation Pierre Gianadda di Martigny ospita la mostra “Toulouse Lautrec à la Belle Ėpoque. Opere grafiche” (a cura di Daniel Marchesseau, fino al 3 giugno. Il conte Henri de Toulouse-Lautrec (Albi 1864- Bordeaux 1901) nasce da una famiglia di antichissima nobiltà. Scappato dal sud della Francia, arriva nella capitale francese non ancora diciottenne. A Parigi frequenta atelier di artisti e accademici; studia principalmente le opere degli impressionisti, in particolare Dégas, ma si interessa anche ad Ingres di cui ammira l’arabesco lineare e all’opera di Van Gogh che conosce nel 1886. Altra fonte di ispirazione furono le stampe giapponesi nelle quali ritrova spazialità bidimensionale definita dalla linea continua e dalla stesura compatta del colore che in seguito caratterizzeranno i suoi manifesti.




Tre opere di Tolouse Lautrec nella mostra di Martigny

Nella sua breve vita (morì a soli 37 anni) disegnò 31 manifesti per cabaret, prodotti commerciali e libri. Veri capolavori d’arte e specchio lucido della rocambolesca vita parigina di fine ‘800. Il suo primo lavoro lo ottiene dal direttore del Moulin Rouge che lo incarica di realizzare un manifesto per annunciare l’arrivo al café-chantant della nuova ballerina Louise Weber, detta La Golosa. Il suo stato di uomo deforme (due gravi cadute gli impedirono, sin da ragazzo, lo sviluppo delle arti inferiori) lo allontana dall’alta società portandolo a frequentare esclusivamente l’ambiente di Montmartre e la vita notturna di una Parigi boemienne frequentata da prostitute, ballerine, clown. La mostra comprende più di 120 opere fra cui trenta manifesti che costituiscono il corpus più significativo della sua opera monumentale, completata da un buon terzo delle sue stampe, tecnica di cui è diventato uno degli innovatori più audaci. Il visitatore potrà rivivere, spiega il curatore, “attraverso queste opere d’arte il periodo d’oro della vita notturna di Montmartre, la bohème bruciante ubriacata dalle canzoni impertinenti e dagli scherzi licenziosi dei cabaret riservati (Le Mirliton, Le Jardin de Paris, Le Moulin de la Galette), dei caffè (Le Chat noir), dei caffè-concerto (Le Moulin rouge, Le Divan japonais ou Les Folies Bergère) ma anche dei teatri parigini (Les Ambassadeurs, dove si esibisce Aristide Bruant) o il circo e la clownesse Cha-U-Kao”. L’esposizione, inoltre, riunisce litografie molto rare a colori e prove di stampa inedite come quella del Moulin Rouge – La Goulue. Alcune sono qui esposte per la prima volta tra cui i celebri manifesti di una delle vedette dei caffè-concerto Jane Avril.  L’album di “Yvette con lunghi guanti neri” documenta, invece, come sia stato intenso  il rapporto tra Toulouse-Lautrec e Yvette Guilbert. Tra le altre opere colpiscono undici litografie a colori della raccolta Elles (1896) che raccontano l’intimità che egli intrattenne per diversi anni con le “filles de joie” dei bordelli e dei lupanari. Completa la rassegna un autoritratto dell’artista tracciato sul retro del manifesto “Le divan japonais” del 1893 della Fondation Pierre Gianadda.




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