Rodin e Martini, due grandi scultori a Treviso

Rodin e Martini, due grandi scultori a Treviso

di Giuseppe MASSIMINI

Il Museo di Santa Caterina chiude, con un’ampia rassegna le celebrazioni del centenario della morte di Rodin, il Museo Luigi Bailo celebra lo scultore trevigiano




Ancora poche settimane per visitare (fino al 3 giugno) nella città di Treviso due mostre proposte e curate da Marco Goldin. La prima, “Rodin. Un grande scultore al tempo di Monet”, al Museo di S. Caterina, completa e chiude le celebrazioni per il centenario della scomparsa dell’artista. Rodin (Parigi 1840-Meudon 1917), coetaneo di Monet, non fu mai un impressionista pur privilegiando molti punti di contatto con le sculture di Dégas e con la luminosità della nuova pittura. Fondamentale il suo viaggio di studio in Italia nel 1876 in cui guarda a Donatello ma soprattutto a Michelangelo; e, sempre nella sua scultura, seppe rielaborare gli echi michelangioleschi mescolandoli, lontano da qualsiasi eclettismo, alle suggestioni dell’arte gotica.





Da sinistra, La morte di Adone di Auguste Rodin e Venere dei porti di Arturo Martini

Scrive Goldin in catalogo: “Il contatto con il grande artista italiano dura tutta la vita, tanto che Rodin era capace di disegnare a memoria le tombe dei Medici; così che quella di S. Lorenzo divenne per lui una continua fonte di ispirazione”. Ritornato in Francia avvia il suo periodo aureo e realizza una delle opere più significative “L’età del bronzo” a cui faranno seguito altri due gruppi scultorei epocali, la “Porta dell’inferno” per la quale modella decine di corpi e “I borghesi di Calais”, una delle sue composizioni più famose e di teatrale epicità. Dal Museo Rodin, Goldin ha selezionato 50 sculture e 25 disegni per ripercorrere tutte le tappe dello scultore francese.




A testimoniare gli inizi del suo lavoro “L’uomo dal naso rotto” con cui partecipa alla sua prima mostra al Salon parigino nel 1875. Si continua con Colei che fu “La Bella Elmiera” e con altre sculture degli anni successivi: da “La meditazione” al celebre “Bacio”, tratto dall’episodio di Paolo e Francesca nel Canto V dell’Inferno, a “La morte di Adone”. Poi gli ultimi capolavori, “Il pensatore”, “L’uomo che cammina”, “Il giorno e la notte”, fino al “Torso incantato di giovane donna” che influenzò fortemente la scultura del ‘900. Oltre ai suoi disegni su nudi femminili, completano la rassegna la grande e famosa tela di Eduard Munch, del 1907, che ritrae la statua del Pensatore nel giardino del dottor Linde a Lubecca e un quadro di Monet, “Reti da pesca a Pourville”, presente nella celeberrima mostra Monet-Rodin che si svolse a Parigi nell’estate del 1889 nella Galleria di Georges Petit.




Il rinnovato Museo Luigi Bailo celebra, invece, lo scultore trevigiano Arturo Martini (Treviso 1889- Milano 1947) dalla stagione di Ca’ Pesaro fino agli ultimi anni della sua attività. Giovane contemporaneo di Rodin seppe liberare, agli inizi del ‘900, la scultura dalle scorie accademiche. Dopo una prima esperienza che gli lasciò un amore artigianale per la materia e per la creta si confronta tra il 1909 e il 1913 con le avanguardie europee. Nel dopoguerra la ricerca di un purismo plastico, la sintesi metafisica delle forme, l’adesione ai Valori plastici e al “richiamo all’ordine”. A fine decennio arrivano importanti commissioni pubbliche e, intorno al 1940, giunse per proprio conto alle soglie dell’astrazione maturando una presa di coscienza che lo portò alla crisi finale e allo scritto “La scultura lingua morta”. La mostra raccoglie oltre 140 opere tra terracotte, gessi, sculture in pietra, bronzi, opere grafiche, pitture e ceramiche. Eco di una figura di martire della Porta dell’inferno di Rodin il bozzetto in bronzo della “Donna che nuota sott’acqua”, del 1942.




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