Senza confini
di Giuseppe MASSIMINI
Al Museo archeologico di Sezze le opere di 15 artisti contemporanei in dialogo con i reperti setini e il capolavoro di Orazio Borgianni (1574-1616)
Uno stimolante dialogo tra le opere di artisti contemporanei e i reperti setini del Museo Archeologico. A dominare la scena il capolavoro di Orazio Borgianni (1574-1616), “San Francesco d’Assisi in atto di rendere il bambino alla Vergine”, un quadro della pittura italiana a cavallo tra il Cinquecento e il Seicento e il magnifico mosaico policromo decorato a cubi prospettici di età tardo repubblicana.
Il Museo Archeologico di Sezze, uno spazio espositivo bello e piacevole a percorrersi che negli ultimi anni e diventato sempre di più un punto di riferimento per la pittura italiana ospita la mostra “Senza confini”. La rassegna, organizzata in collaborazione con il Centro Studi S. Carlo da Sezze, si articola in 3 sezioni e raccoglie le opere di 15 artisti contemporanei diversi per formazione e scelte espressive. Una riflessione sulle tendenze e sui linguaggi che hanno segnato negli ultimi cinquant’anni il percorso dell’arte italiana: dal riesame della pittura astratta e informale ai molteplici circuiti dell’arte figurativa aperta o alla citazione o alle nuove mitologie del quotidiano. Ha scritto Johann Heinrich Füssli. ” L’invenzione, in senso stretto, è limitata a un solo momento e inventa meglio colui che, in quel momento, unisce le tracce del passato, l’energia del presente e la percezione del futuro”.
Il percorso inizia con “Capitano di ventura”, il racconto epico fondato sul recupero della figurazione di Maurilio Cucinotta e continua con “Mondi lontani”, un brano di paesaggio lunare di Felixandro. Pino Spagnuolo impagina “Profeta” con una pennellata decisa e fortemente pittorica e Paul De Haan tinge di nitidezza fotografica “Expectation”, una splendida natura morta racchiusa in una luce astratta. Pieni di poesia e sapienza pittorica i paesaggi di Rosita Sfischio incorniciati in una luce cristallina e crepuscolare. Da controcanto una equilibrata composizione di Marco Diaco tutta giocata su una tavolozza dai colori caldi e freddi. Gli fa eco “Omaggio al perugino” di Cecilia Bossi che rivisita la pittura quattrocentesca con l’inserimento di impronte di colore e frammenti di carta incollata. Il dialogo continua con “Tessuto cosmico”, la vitalità e la valorizzazione del segno contenuto in tutta la sua energia creativa di Beatrice Palazzetti e con “Isidespezzata” di Anna Salvati, carica di citazioni sapientemente rivisitate ed interpretate.
Tra gli altri dipinti “La notte stellata” di Paolo Cannucciari, una tessitura di segni dell’anima intrisi di filosofia esistenziale e le tele di Monica Bavaro di profonda poesia interiore. Si confrontano poi i legni dipinti di Fabio Santori, finestre aperte su una realtà trascendentale e le sculture in creta di Maria Felice Petyx, di marcato accento celebrativo e di Angela Ronzoni di impostazione classica e di sinuosa linearità. Toni sempre più visionari, invece, nei “Cieli” di Susy Senzacqua che riporta l’attenzione sulla grande pittura del profondo. La mostra, inaugurata dal Sindaco di Sezze Sergio Di Raimo e dall’Assessore alla cultura Pietro Ceccano, resterà aperta fino al 2 giugno. Sono intervenuti: Piero Formicuccia, responsabile ufficio cultura e Antonella Bruschi, presidente del Centro Cultura San Carlo da Sezze. Sponsor della rassegna “Enoteca La Botte” e l’ “Oasi del gusto” di Sezze.