Paladino anima Brescia

Paladino anima Brescia

di Giuseppe MASSIMINI

70 opere dell’artista in una mostra a cielo aperto




Volete trascorrere un weekend insolito, particolare, magari in una città che non avete ancora visitato? Se siete poi appassionati di arte, amanti del bello, regalatevi un viaggio a Brescia. Fino al 2 settembre vi accompagneranno nella visita le opere di Mimmo Paladino che inaugurano la prima edizione di Brixia Contemporary, voluta dal Comune di Brescia e dalla Fondazione Brescia Musei. “Si tratta, spiega Luigi Maria di Corato, Direttore della Fondazione, di un progetto ambizioso che si pone come primo obiettivo quello di mettere in relazione ogni anno la città con le opere dell’artista del presente, andando a generare un nuovo punto di visita sullo spazio urbano, attraverso accostamenti imprevisti e imprevedibili fra opere e luoghi”.

Tre opere di Paladino esposte a Brescia




Oltre 70 opere costituiscono “Ouverture”, la mostra di Mimmo Paladino che anima il centro storico di Brescia e i suoi siti museali. La prima tappa del percorso, firmato da Paladino, parte da Piazza Vittoria progettata da Piacentini. Qui Paladino ha collocato sei sculture tra le più celebri della sua poetica: una riedizione bresciana del “Sant’Elmo” e lo “Scriba”, opere che, per dimensioni e per collocazione, connotano in modo estremamente plastico la grande geometrica Piazza. Poi il gigantesco “Zenith”, la scultura equestre in bronzo e alluminio del 1999, alta quasi 5 metri, il grande “Anello” e, in uno specchio d’acqua dove sembra magicamente galleggiare, “Senza titolo – Stella” una fusione in alluminio del 2001. A dominare la scena in Piazza Vittoria sul basamento vuoto al tempo occupato dal “Bigio”, statua dell’era fascista di Arturo Dazzi rimossa dal Consiglio Comunale nel 1946, un’ imponente figura in marmo nero alta 6 metri e realizzata da Paladino per l’occasione.




Lasciata Piazza Vittoria per raggiungere l’area archeologica si attraversa Piazza Duomo dove è collocata, come fosse una pausa nel percorso, il grande dipinto inedito intitolato “Stabat Mater”. Arrivati nell’area archeologica, tra le colonne del Capitolium venti Testimoni in tufo, del 2009, accolgono i visitatori con un gesto o con un dono. A presidio della prima Sala del Tempio quattro Corali, grandi dipinti su tavola del 1997 a tecnica mista su foglia d’argento e oro che circondano un altro quadro “Senza titolo”, serigrafia e olio su tela del 1977 posizionato sull’altare di Giunone – Minerva. Nel teatro romano ci troviamo abbagliati da cinque “Specchi ustori”, in ottone dipinto, di 5 metri di diametro ciascuno. Successiva tappa al complesso museale di Santa Giulia. Le opere di Paladino ci accompagnano sin dentro le sale del Museo in un dialogo libero ed aperto con i singoli reperti.




Alle Domus dell’Ortaglia è di vedetta il “Cavaliere rosso”, un bronzo del 2007 omaggio di Paladino al grande scultore Marino Marini; un’ altra imponente figura in bronzo del 2016 vigilia sul Chiostro Rinascimentale del Museo di Santa Giulia mentre, la “Grande Figura” in vetro e acciaio del 2015 osserva, dall’alto del Coro delle Monache, la “Croce” del 2008 in ferro patinato, appiattita sull’antico pavimento in pietra e in dialogo con l’immensa crocifissione cinquecentesca dipinta da Floriano Ferramola. Infine, nel chiostro di Santa Maria in Solario la “Grande figura reclinata”, bronzo del 1990 dipinto ad olio con pigmenti naturali.




Redazione

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