Montepulciano e la città eterna

Montepulciano e la città eterna

di Giuseppe MASSIMINI

In mostra nella cittadina toscana paesaggi e vedute dall’estetica del Grand Tour




Due città a confronto, Montepulciano e Roma, viste dai pittori del Grand Tour. Un focus significativo dagli inizi dell’800 fino al secolo successivo, l’ultimo grande periodo di un fenomeno che aveva avuto, soprattutto nel Settecento, uno dei suoi momenti epici con la pittura di veduta. Ancora poche settimane per visitare la mostra “Montepulciano e la città eterna. Paesaggi e vedute dall’estetica del Grand Tour alla metà del XX secolo” (Montepulciano, Museo Civico Pinacoteca Crociani, a cura di Roberto Longi, fino al 7 ottobre). La mostra viaggia su due binari paralleli.





Da sinistra, Porta a Prato di Daniele Rossi e Campagna romana di Carlo Labruzzi

La prima ruota attorno alle opere del Museo Civico che nasce dalla collezione privata di Francesco Crociani, “appassionato accumulatore di dipinti, nonché uomo di chiesa, che dedicò a questa vocazione gran parte della sua esistenza”. La seconda parte impagina molti lavori raccolti da due noti collezionisti Fabrizio Nevola e Renato Mammucari che hanno collaborato con Roberto Longi alla riuscita della rassegna. Fabrizio Nevola da oltre vent’anni, ricorda Longi in catalogo, “raccoglie con autentica passione opere relative sia alla veduta urbana sia al paesaggio […], per lo più aderenti all’Ottocento e ai primi del Novecento, prediligendo, in particolare la tecnica dell’acquerello […] ciò ha creato nel collezionista il desiderio e la curiosità di riscoprire e ricercare quegli scorci e paesaggi di Roma, descritti dai tanti artisti del Grand Tour”. Se per alcuni dipinti a prevalere è l’interesse documentario per molti altri spiccano il livello artistico. Da ammirare in mostra importanti lavori di Carlo Labruzzi, Michelangelo Pacetti, Giulio Aristide Sartorio, Luigi Petrassi, Ranieri Rossi e le opere di Ettore Roesler Franz, il “principe degli acquarellisti romani”.




Non mancano nemmeno le vedute di Roma e di terra senese, di artisti stranieri, per i quali il Gran Tour ha significato un vero cambio di paradigma. Tra questi lo spagnolo Juan Gimenez Martin, l’inglese Samuel Prout, il bavarese Karl Lindemann-Frommel e lo svizzero Salomon Corrodi, altro grande acquarellista che eseguì numerose vedute per lo zar Nicola I e la regina Vittoria. Accanto ai dipinti la mostra propone manufatti e oggetti di pregio, testimonianze di un‘epoca e di uno stile di vita raccolti da Renato Mammucari. Portati dal servitore accompagnavano il “Tourista” nel suo lungo percorso: dallo scrittoio da viaggio, ai calamai portatili, agli utensili domestici. Il nobile viaggiatore doveva essere perfetto in ogni occasione. Ecco allora lo stira cravatte, il portagioielli e il porta fragranze, ma anche il pesa sterline, le scacchiere da viaggio da estrarre dai bagagli per rendere meno monotone le serate nelle locande.




Poi gli immancabili bastoni da viaggio che all’occorrenza potevano trasformarsi in una efficace arma di difesa o preservare una corroborante e segreta riserva di fine liquore. Infine gli strumenti da lavoro dell’artista in viaggio: dalle scatole per i colori ad olio a quelle per l’acquerello, dalle tavolozze ai materiali per le tecniche grafiche, dagli album da disegno alle cartelle porta lavori. Arricchisce l’esposizione un’importante tela seicentesca (200×298 cm) che raffigura il panorama di Montepulciano da sud est, temporaneamente prestata per questa esposizione da Ubibanca.




Redazione

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