di Andrea Celesti
La città di Roma è sempre stata divisa tra il tifo laziale e quello romanista. Raramente il calcio romano ha lasciato spazio ad altre squadre cosi forti da intaccare questro ‘duopolio’ talmente consolidato nel tempo. Da qualche anno a questa parte però c’è un club che, grazie ad una rapida scalata nei campionati minori, è riuscito a conquistare il cuore di diversi tifosi guadagnandosi l’appellativo di ‘terza squadra della capitale’: si tratta del Trastevere, società che rappresenta uno dei Rioni più famosi in Italia e nel mondo. Dopo diversi anni nelle serie minori in cui cambia più volte denominazione, nel 2002 il club si scoglie a causa di gravi problemi economici, lasciando il rione trasteverino ‘orfano’ di una squadra. Dopo dieci anni di assenza dai campionati dilettantistici, nel 2012 l’imprenditore romano Pier Luigi Betturri decide di prendere in mano la società Trastevere, portandola nel giro di poco tempo dalla terza categoria alla serie D, grazie ad un progetto serio che punta alla valorizzazione del settore giovanile. In questo inizio di stagione, il Trastevere sta dominado il suo girone, da dove guarda tutti dall’alto. Noi del Nuovo Corriere Laziale abbiamo incontrato il presidente della squadra Pier Luigi Betturri, che ci ha parlato dell’inizio della sua avventura al Trastevere fino al momento d’oro che sta vivendo ora il club:
Dopo diversi anni di inattività, nel 2012 il Trastevere è ripartito sotto la sua gestione. Come è nata l’idea di rilevare la società?
“Nel 2012 non esisteva alcuna società calcistica nel Rione. Gabriele Gori, un allenatore di calcio trasteverino, mi propose di iscrivere una squadra in terza categoria. Io gli domandai subito quanto sarebbe costata la nuova avventura. Mi rispose poco più di diecimila euro compreso iscrizione alla FIGC, maglie e affitto del campo a Ponte Marconi. Accettai subito e cosi si partì. L’Ansa lanciò la notizia e già alla prima giornata la Gazzetta dello Sport inviò un fotografo e un reporter perché Trastevere era stato un nome importante nello sport, soprattutto perché rappresenta un quartiere noto in tutto il mondo. Cominciammo bene: Trastevere – Città di Ostia 2-0“.
Nel giro di pochi anni è arrivata la scalata dalla terza categoria alla serie D. Qual è stata la vostra ‘ricetta vincente’?
“La ricetta vincente è sempre stata passione, sportività, serietà, rispetto nei confronti degli arbitri e degli avversari, impegno agonistico. Questi valori nello sport aprono le porte e fanno crescere velocemente ogni società che li applica“.
Per diversi anni la Lodigiani è riuscita ad essere il terzo polo calcistico di Roma. Quello della squadra biancorossa è un modello che seguite?
“È molto differente la struttura societaria del Trastevere rispetto alla Lodigiani. Quella squadra aveva alle spalle un’impresa di costruzioni, la Lodigiani appunto, un colosso internazionale che non faceva nessuna fatica a sostenere una squadra di serie C. Tuttavia va riconosciuto alla Lodigiani un’eccellente scuola finalizzata alla valorizzazione dei giovani. Il Trastevere calcio invece è sostenuto esclusivamente dai proventi della scuola calcio, dal bellissimo Store ubicato al centro del Rione, da piccoli sponsor, dal ricavato dei biglietti del Trastevere Stadium, dal contributo della FIGC e da piccole donazioni da parte di tifosi e sostenitori. Tutto questo deve portare ad un perfetto pareggio di bilancio“.
Dopo gli ultimi successi, in molti adesso vi etichettano come terza squadra della capitale e c’è addirittura chi sogna di vedere il Trastevere impegnato a giocare le partite casalinghe nello storico stadio Flaminio. Esiste una possibilità che questo possa avvenire?
“Senza dubbio ora siamo la terza squadra della Capitale e non solo per la posizione calcistica attuale ma anche per la grande storia passata. Ricordiamo che solo il Trastevere ha disputato fra tutte le squadre della Capitale, tolte Roma e Lazio, un campionato di Serie B nel 1946-47. Purtroppo però giocare allo stadio Flaminio al momento e per i prossimi anni è impossibile sia per il Trastevere che per qualsiasi altra società“.
Secondo lei come mai una città grande come Roma non riesce ad avere più di due squadre tra i professionisti come succede in altri luoghi come per esempio a Londra ?
“La ragione principale è proprio la mancanza assoluta di impianti sportivi nella capitale“.
Veniamo all’attualità: ad inizio stagione non eravate tra le squadre favorite per la vittoria finale mentre ora siete primi a tre punti di vantaggio sul Monterosi. Come state vivendo questo momento?
“Siamo molto contenti e cercheremo sicuramente di mantenere questo passo anche nelle prossime giornate“.
Secondo lei di chi è il merito più grande?
“Il merito sicuramente è di tutti. Ovviamente prima di tutto dei calciatori, poi del Presidente, del DG, del DS, del Mister, dei dirigenti ma soprattutto dei nostri tifosi“.
Con il tempo le aspettative verso di voi sono sicuramente cresciute. Cosa si sente di promettere ai tifosi? “Di rimanere e consolidare la realtà di terza squadra della città…e di coltivare i sogni più belli”.
Da tutta la redazione del Nuovo Corriere Laziale un ringraziamento speciale al presidente per la disponibilità e un grosso in bocca al lupo per il proseguo della stagione.