Sull’onda di Courbet
di Giuseppe MASSIMINI
In mostra a Palazzo dei Diamanti a Ferrara una scelta di capolavori del padre del realismo.
Un appuntamento straordinario con un grande interprete della pittura ottocentesca. Dopo circa 50 anni dall’ultima rassegna dedicata a Gustave Courbet in Italia, Palazzo dei Diamanti a Ferrara celebra, con una grande retrospettiva, il padre del realismo. La mostra “Courbet e la natura” (a cura di Dominique de Font-Réalux, Barbara Guidi, Maria Luisa Pacelli, Isolde Pludemacher e Vincent Pomarède, sino al 6 gennaio 2019) ripercorre con 49 dipinti tutta la parabola creativa del grande maestro francese e del suo singolare rapporto con la natura sempre raccontata con una sua personale visione realistica.
Courbet nasce a Ornans un paese della Franca Contea, nel 1819. Si trasferisce a Parigi nel 1840 per dedicarsi alla pittura. Orgoglioso della sua indipendenza artistica non seguì nessun particolare maestro. Si formò nelle gallerie del Louvres e nella collezione nel maresciallo Soult, ricca di opere fiamminghe e spagnole. Importante anche il viaggio che l’artista compì in Olanda nel 1847 per la profonda impressione che egli ricavò dall’opera di Rembrandt. Decisivo per la maturazione del suo realismo il periodo 1848-1857. Vi giocarono parecchi fattori: la rivoluzione di febbraio (senza la quale “forse non si sarebbe vista la mia pittura” dichiarerà in seguito Courbet); l’influenza del filosofo anarchico P.J. Proudhon e il sodalizio con Baudelaire. Senza dimenticare la non secondaria influenza dell’opera dei Le Nain, pittori del XVII secolo che operavano con originalità sui temi di vita contadina tratti da una vigorosa imagerie popolare. Con le sue opere di radicale rottura con il passato forzò i codici accademici “rinnovando, scrive Pacelli in catalogo, il modo di guardare il mondo quanto quello di rappresentarlo”.
I molti capolavori raccolti in mostra (fondamentale il contributo dei più importanti musei di tutto il mondo) ripercorrono i luoghi della sua vita e tutti i temi della sua impressionante pittura. Ad accogliere il visitatore l’ “Autoritratto con cane nero”, il primo dei suoi quadri esposto al Salon nel 1844. Seguono i paesaggi della regione natale, la Franca Contea, alla quale rimarrà fedele per tutta la vita. Scorrono i dipinti della natia Ornans; sorgenti, grotte, vallate, boschi verdeggianti e l’arida nudità dei monti che li circondano. Nei primi viaggi scopre le coste mediterranee e la luce del sud. Di questo periodo la mostra ha scelto un gran numero di quadri del suo rapporto con la natura. A farsi ammirare “La riva del mare a Palavas”. Dello stesso periodo “Buongiorno Signor Coubet” dove l’artista mette in scena, su una strada assolata in aperta campagna, l’incontro con il suo facoltoso mecenate Alfred Bruyas. In Belgio fu ispirato, invece, dai paesaggi rocciosi della regione della Mosa e in Normandia dalle marine con le onde rigonfie prima di infrangersi sulla roccia. Altre sale, altre opere. Ecco una selezione di quadri su “La natura e la figura” (“Fanciulla sulla riva della Senna, “Giovane bagnante”) e spettacolari paesaggi delle Alpi e romantiche vedute del lago Lemano dipinti durante l’esilio in Svizzera a Vevey. Chiude la rassegna scene di caccia e animali sulla Senna.