Il CONSUNTIVO DELL’APPUNTAMENTO ROMANO DAL PRESIDENTE FITARCO MARIO SCARZELLA
Numero uno da 18 anni della Federazione Tiro con l’arco, ma anche Presidente europeo e Vicepresidente vicario mondiale, Mario Scarzella ha il grande merito di aver portato ad altissimi livelli il movimento arcieristico italiano, sia nei risultati che sono di assoluta preminenza e fanno dell’Italia una delle prime Nazioni in questo sport, sia nell’organizzazione di eventi che portano nel nostro Paese il meglio dei “Robin Hood” del Pianeta.
E così é stato anche con il “Roma Archery Trophy”, terza tappa delle Indoor World Series, appena concluso e svoltosi nel Padiglione 9 della Fiera di Roma. Abbiamo intervistato Scarzella appena finita la prestigiosa manifestazione. Ovviamente era visibilmente soddisfatto.
E’ stato molto impegnativo organizzare una kermesse così importante in Italia?
“Fino ad un certo punto, direi. Avevamo già una consolidata e riconosciuta esperienza per aver portato eventi mondiali da noi e per avere nella capitale il Roma Archery Trophy molto ha giovato la splendida organizzazione delle finali di Coppa del mondo all’aperto dello scorso anno nell’incantevole scenario dello Stadio dei Marmi. Così abbiamo superato la concorrenza di varie città mondiali che si erano candidate e siamo entrati nel novero delle sei “ospitanti”. E siamo arrivati, come prima volta che ospitiamo, in terza posizione come valore e considerazione, sulle sei, dietro Las Vegas e Nimes. Ma quest’ultima contiamo di superarla già il prossimo anno, raggiungendo quota 500”.
Si sono presentati sulla linea di tiro gli atleti più famosi del mondo.
“Sì, tra l’altro la nostra é stata l’unica tappa che ha visto lo svolgimento di quattro categorie, quattro specialità: arco olimpico, compound, arco nudo e longbow. Due terzi dei 630 partecipanti (numero record per la manifestazione) erano stranieri, come detto i migliori dei cinque continenti, ne mancavano veramente pochi del ranking mondiale. Incontri altamente spettacolari; per tutti voglio ricordare la finale tra il canadese Duenas e l’americano Ellison, che ha infiammato il pubblico presente. Il novero non numeroso dei nostri arcieri é dovuto al fatto, per esempio, che gli atleti con la maglia azzurra si stanno allenando a tirare esclusivamente a 70 metri per preparare al meglio la prossima stagione che culminerà, per il settore targa, con il Campionato mondiale di Hertogenbosch, in Olanda, in cui la Nazionale non solo si giocherà i titoli iridati ma darà l’assalto anche ai pass olimpici e paralimpici di Tokio 2020. Nonostante questo, tra junior e senior, a Roma i nostri ragazzi sono saliti tredici volte sul podio. Un risultato davvero più che soddisfacente”.
A proposito di pubblico, ha risposto alla grande.
“Moltissima gente anche durante le gare dei primi due giorni oltre che per le finali. E la location della Fiera di Roma era ottima, per la sua vicinanza all’aeroporto di Fiumicino. Per la prima volta nella storia dell’indoor ci siamo impegnati a rendere più agevoli i trasferimenti degli arcieri, mettendo a disposizione pulmini e altri mezzi di trasporto. Questa manifestazione la riproporremo il prossimo anno nello stesso posto (magari in un padiglione che abbia uno spazio ancora più grande) e in ugual periodo. Potremo ancora crescere, limare certe imprecisioni. Mi sento, però, di spendere un’ultima parola per tutti coloro che si sono adoperati per l’organizzazione: grazie per l’impegno profuso”.
U. R.