Arte | Il Trionfo del Colore e l’Amore Materno
di Giuseppe MASSIMINI
Due splendide rassegne: Vicenza ospita capolavori dal Museo Pushkin di Mosca, Verona dipinti della pittura italiana tra Ottocento e Novecento.
Vicenza e Verona: da vedere fino al 10 marzo in queste belle città venete, a poca distanza tra loro, due splendide rassegne. Vicenza ospita, in due sedi espositive, le prestigiose sale del piano terra di Palazzo Chiericati, Museo Civico e le Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari, Museo di Intesa Sanpaolo, la mostra Il Trionfo del Colore. Da Tiepolo a Canaletto e Guardi. Vicenza e i Capolavori dal Museo Pushkin di Mosca ( a cura di Victoria Markova e di Stefano Zuffi).
In più sezioni un corpus di 64 opere: 24 dipinti provenienti dal Museo Pushkin, tra cui spicca il ritorno del Bucintoro davanti al molo di Palazzo Ducale di Canaletto e 40 opere selezionate dall’ampio patrimonio dei Musei Civici di Vicenza, ricco di oltre 50.000 pezzi. Un indagine sullo sviluppo dell’arte veneta del Settecento e il suo impatto deflagrante sull’arte europea attraverso le opere di Giambattista Tiepolo, Giambattista Pittoni, Luca Carlevarijs, Giambattista Piazzetta, Antonio Giovanni Canal detto Canaletto, Francesco Guardi, Pietro Longhi e Sebastiano Ricci.
Artisti noti e attivi in ogni angolo del vecchio continente, apprezzati, imitati, collezionati e seguiti fino a diventare modello per la realizzazione di soggetti sacri e profani, per le generazioni successive. Per approfondire questo straordinario periodo dell’arte veneta, visitata la mostra, ci attende un percorso tra chiese, palazzi e ville della città e del suo territorio. Tra le tappe consigliate il Palladio Museum e tre ville a pochi minuti da Vicenza, che custodiscono importanti capolavori del Settecento europeo: Villa Valmarana ai Nani, Villa Cordellina e Villa Zileri. Verona propone, invece, a Palazzo della Ragione, Galleria d’Arte Moderna, la mostra L’amore materno alle origini della pittura moderna da Previati a Boccioni (a cura di Francesca Rossi e di Aurora Scotti). Si racconta il tema della maternità in un momento nodale dell’arte italiana tra Ottocento e Novecento. Fulcro dell’esposizione, la Maternità di Gaetano Previati, un capolavoro di grande formato, fortemente evocativo e legato al tema dell’amore materno, proveniente dalle collezioni di Banco BPM. Il dipinto, esposto alla prima Triennale di Brera del 1891, suscitò un vivace dibattito oltre che sulla tecnica divisionista, anche sui possibili esiti simbolici della rappresentazione. Il percorso espositivo propone anche celebri capolavori di Medardo Rosso, Giovanni Segantini, Angelo Morbelli, Giuseppe Pellizza da Volpedo e Umberto Boccioni, “capaci di restituire in maniera esemplare l’intensa stagione culturale che ha segnato il transito rivoluzionario della pittura italiana ottocentesca nella direzione europea dell’arte moderna d’avanguardia”. Umberto Boccioni, in particolare, cercò un confronto diretto con Previati: la Maternità, di proprietà del Banco BPM, rappresenta uno dei cardini del suo percorso critico e punto di riferimento nella storia dell’arte per l’avvio al Futurismo.