Intervista a Pietro Natalia. L’ex DS di Casalotti e Petriana Calcio torna sulla piazza: “Alla ricerca di un progetto serio. Petriana e Casalotti esperienze veramente positive”
Di Paride Roncaglia
L’ex Direttore Sportivo di Casalotti e Petriana Calcio Pietro Natalia è fermo ai box da qualche mese per decisione personale. Tornare a divertirsi con lo sport che più ama è diventato ora il suo obiettivo.
Ultima esperienza all’Aurelia Antica. Come è andata?
“Più che un ruolo da Direttore Sportivo ho occupato un ruolo collaborativo con loro per circa due mesi ad inizio stagione. È stata un’esperienza positiva, ma sicuramente non ho sentito a pieno la responsabilità come nelle avventure precedenti”.
Sono i lavori precedenti che ti hanno dato le maggiori soddisfazioni…
“Sicuramente. Casalotti prima e Petriana Calcio nell’ultimo anno sono state esperienze veramente positive. Per quanto riguarda la prima sono stato 8 anni, di cui 5 da allenatore e 3 da Direttore Sportivo. In particolare nel 2015/2016 abbiamo vinto un campionato con i 2000, allora Allievi Fascia B, e abbiamo ottenuto una promozione con la Prima squadra dalla Seconda alla Prima Categoria.
Alla Petriana, nell’ultimo anno, è stato un percorso molto impegnativo, ma grazie alla società, alla dirigenza e ad un gruppo di allenatori ben assortito siamo stati protagonisti con una bella annata. Ringrazio per questo il presidente Settimi, la dirigenza con Nardi e Carpineti i quali mi hanno dato una grande mano. Poi il parco allenatori di qualità e disponibilità, con due dei quali rimasti tutt’ora in Petriana (Fontana e Di Tella).
Adesso sto girando un po’ per i centri sportivi romani e sto cercando di capire il livello generale delle varie categorie, soprattutto del regionale. Da quanto ho potuto osservare la Petriana sta confermando, anzi migliorando, quanto di buono fondato nella passata stagione”.
Qual è la cosa più complicata di cui si deve occupare un DS durante la stagione sportiva?
“Quella più difficile è sicuramente il cercare di gestire le problematiche che nascono all’interno delle rose, magari i litigi con i calciatori e i genitori, essendo ora le rose abbastanza ampie. Non si può accontentare tutti, ma bisogna cercare di far crescere tutti allo stesso modo.
Quello dei genitori, in particolare, sta diventando sempre più un problema, sembra quasi essere diventata una moda quella di intromettersi nei rapporti tra giocatore/figlio e allenatore. Ricordo che quando giocavo io i genitori quasi non venivano a vedere le partite. Ci sono evidentemente delle differenze, bisognerebbe capire che l’importante è divertirsi, perché è vero che si deve sognare, ma rimane molto esiguo il numero di ragazzi i quali potrebbero riuscire ad arrivare tra i professionisti”.
Pietro Natalia come vede il calcio di oggi?
“Secondo me alcune volte i ragazzi stessi, forse sotto l’influenza delle famiglie, prendono l’impegno tanto per, come per dire ‘sì lo faccio solo per fare un sport’. Le stesse istituzioni devono lavorarci su, più di quanto non stiano già facendo. Devono cercare di riportare la passione per questo meraviglioso sport, che in alcuni casi rischia di venire a mancare”.
Secondo te quando è importante avere un settore giovanile ben coordinato, quindi trasmettere la stessa idea a tutte le squadre…
“E’ importantissimo, ma non è sempre facile. Questo discorso lo puoi fare se hai la stessa qualità per tutti i tecnici. Però secondo me ci sono sempre di più ragazzi molto preparati, di giovane età, che studiano in maniera approfondita le varie tecniche di allenamento.
Stanno cambiando le metodologie di allenamento, si sta passando al lavoro improntato sempre più sulla tecnica con l’attrezzo principale che è il pallone”.
Possiamo dire che il Direttore Sportivo Natalia è libero e cerca occupazione. Cosa ti aspetti, che tipo di ambiente stai cercando?
“Intanto ti dico, mi sto aggiornando continuamente, sto cercando di guardarmi intorno. Ci sono state delle possibilità, ma non le ho prese in considerazione.
Sono alla ricerca di un progetto serio, fatto da persone serie, a prescindere dalle categorie che una società ha, sono in cerca di stimoli positivi. Per me il calcio è una passione e devo stare bene all’interno dell’ambiente in cui lavoro. Ho voluto staccare per capire quale effettivamente fosse la mia voglia di mettermi in gioco nella figura di DS, ma adesso sono pronto”.