Arte | Gli anni del miracolo economico
di Giuseppe MASSIMINI
Due mostre dedicate al mondo della pubblicità: Treviso ospita “Verso il boom! 1950 – 1962”; Trieste un’ampia rassegna su Metlicovitz, straordinario cartellonista italiano.
Due mostre dedicate al mondo della pubblicità. La prima Verso il boom! 1950 – 1962, fino al 17 marzo al Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso, racconta gli anni del miracolo economico italiano, dal 1950 ai primi anni ’60, quando, “passata la guerra, scrive la curatrice Marta Mazza, che del Museo Nazionale Salce è il Direttore, un incontenibile entusiasmo progettuale si diffonde capillarmente nel Paese e la pubblicità riflette e anticipa, sottolinea, enfatizza questo sentimento, vivendo un momento di straordinaria effervescenza”. In quegli anni Milano diventa la capitale del design internazionale e nell’economia si impongono nuovi marchi destinati a fare la storia dell’industria italiana. Nel cartellonismo e nella pubblicità si vive un frizzante momento creativo mai visto prima. Dudovich, Boccassile e Edel, specializzati da tempo nella grafica illustrata replicano “i fasti del cartellonismo delle origini e ne rinnovano radicalmente i modi”; Carboni e Nizzoli puntano su nuove strategie comunicate e promozioni pubblicitarie, mentre, i giovani geni venuti dal nord – lo svizzero Huber, l’olandese Noorda, il tedesco Engelmann – disegnano immagini “così perfettamente attuali da essere oggi, a settant’anni di distanza, vive e storiche al contempo”.
Tra gli italiani spicca Armando Testa ispirato dai miti americani e alimentato da una grande cultura pittorica. La seconda mostra Metlicovitz. L’arte del desiderio. Manifesti di un pioniere della pubblicità, fino al 19 febbraio, al Civico Museo Revoltella e Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” di Trieste, ripercorre l’intero arco della produzione dell’artista, straordinario cartellonista oltre che eccellente pittore, grafico e illustratore. I suoi manifesti, autentici capolavori sono “rimasti a lungo, scrive Roberto Curci, curatore della rassegna, nella memoria visiva degli italiani, a tutt’oggi largamente citati e riprodotti in ogni studio sull’evoluzione del messaggio pubblicitario del Novecento”. Nato a Trieste 150 anni fa, Leopoldo Metlicovitz fu l’autore di decine di manifesti memorabili, dedicati a prodotti commerciali e industriali, ma anche a grandi eventi, come l’Esposizione internazionale di Milano del 1906, a famose opere liriche (Madama Butterfly, Manon Lescaut, Turandot) e a film dell’epoca del muto (primo fra tutti Cabiria, storico precursore del kolossal). Per decenni operò alle Officine Grafiche Ricordi di Milano, dopo un avvio come pittore paesaggista nella città natale e un apprendistato come litografo in uno stabilimento grafico di Udine. Il percorso espositivo articolato in otto sezioni raccoglie 73 manifesti (alcuni di dimensioni giganti), tre dipinti e una ricca selezione di grafica minore (cartoline, copertine di riviste, spariti musicali ecc.). Nella Sala Attilio Selva al pianterreno di Palazzo Gopcevich, sede del Civico museo teatrale “Carlo Schmidl” la sezione dedicata ai manifesti teatrali per opere e operette.