As Roma, i giallorossi ricordano Giuliano Taccola

As Roma, i giallorossi ricordano Giuliano Taccola

di Gianluigi Pugliese

C’è Spal – Roma è vero, ma sugli spalti e più precisamente nel settore giallorosso, è impossibile non ricordare Giuliano Taccola, attaccante ligure della Roma che il 16 marzo del 1969 a soli 25 anni, morì a Cagliari in seguito ad un arresto cardiaco respiratorio.

Agli inizi di quell’anno, il giovane calciatore rileva problemi fisici e continui attacchi febbrili. Il primo intervento al quale si sottopone Taccola è l’asportazione delle tonsille. L’intervento però non riuscì perfettamente e allora per i medici, sarebbe dovuto rimanere per 30 giorni in convalescenza. Per volontà della società però, i tempi di rientro furono affrettati e Taccola spesso abbandonava il terreno di gioco in stato febbrile elevato, con un peso corporeo sempre più ridotto, causa antibiotici.

Verso la fine di febbraio del 1969, il ragazzo svenne in campo, ma per l’allora allenatore Herrera venne ritenuto comunque disponibile per la trasferta di Genova.  Qui l’infortunio al malleolo, ma qualche giorno dopo accusò un altro malore in albergo, con la squadra in ritiro

Rientrato a Roma, le condizioni di salute iniziavano a deteriorarsi pesantemente (39 di febbre), ma venne convocato anche per la trasferta di Cagliari del 16 marzo appunto. Nel ritiro pre-gara, l’ennesimo malore portò il “Mago” (così veniva soprannominato l’allenatore sud americano della Roma) ad escluderlo dal match. Per tranquillizzare l’attaccante e abbassare il suo stato febbrile, i medici della Roma gli fecero ingerire delle pastiglie di antipiretico. La temperatura corporea scese ma non bastò: a fine partita il dramma. Giuliano Taccola crolla a terra ma questa volta va in arresto cardiaco. Inutile l’intervento dello staff medico di Roma e Cagliari.

La sua morte fece molto discutere. L’inosservanza dei protocolli medici è causa di molti dibattiti. Recentemente in una trasmissione radiofonica c’è stato il ricordo da parte di due ex compagni in giallorosso: Giacomo Losi (detto “Core de Roma”) e Francesco Cordova (detto “Ciccio”). Losi è più diplomatico e afferma: “Enorme tragedia! Lo conoscevo bene, conoscevo la sua famiglia. Fino alla creazione dell’Associazione Calciatori avevamo molte più difficoltà a tutelare i nostri diritti. Una volta la nostra categoria veniva considerata come niente!”.

Ciccio Cordova non le manda certo a dire ancora oggi:” Il calciatore era fortissimo; era mio compagno di stanza. Quando all’aeroporto sapemmo della tragica notizia, Herrera voleva comunque partire per giocare la Coppa Italia. Ci disse perfino di tornare a Roma e io gli risposi: vattene o ti mettiamo le mani addosso. Comunque poi, io e altri compagni di squadra rimanemmo a Cagliari dopo la morte di Giuliano.” Chiude: “Una cosa è certa, sulla morte di Giuliano non fu detta tutta la verità”.

Giuliano Taccola viene ricordato da tutti come un bravissimo ragazzo, come un forte calciatore in rampa di lancio soprattutto a Roma, dove aveva iniziato a trovare il giusto feeling con il goal (17 reti in 41 presenze) oltre a prestazioni eccellenti. Indossò, oltre la maglia della Roma, quelle di Alessandria, Varese, Entella, Savona, Genoa (dove è cresciuto calcisticamente).

C’è Spal – Roma è vero, ma sugli spalti e più precisamente nel settore giallorosso, è impossibile non ricordare Giuliano Taccola, attaccante ligure della Roma che il 16 marzo del 1969 a soli 25 anni, morì a Cagliari in seguito ad un arresto cardiaco respiratorio.

Agli inizi di quell’anno, il giovane calciatore rileva problemi fisici e continui attacchi febbrili. Il primo intervento al quale si sottopone Taccola è l’asportazione delle tonsille. L’intervento però non riuscì perfettamente e allora per i medici, sarebbe dovuto rimanere per 30 giorni in convalescenza. Per volontà della società però, i tempi di rientro furono affrettati e Taccola spesso abbandonava il terreno di gioco in stato febbrile elevato, con un peso corporeo sempre più ridotto, causa antibiotici.

Verso la fine di febbraio del 1969, il ragazzo svenne in campo, ma per l’allora allenatore Herrera venne ritenuto comunque disponibile per la trasferta di Genova.  Qui l’infortunio al malleolo, ma qualche giorno dopo accusò un altro malore in albergo, con la squadra in ritiro

Rientrato a Roma, le condizioni di salute iniziavano a deteriorarsi pesantemente (39 di febbre), ma venne convocato anche per la trasferta di Cagliari del 16 marzo appunto. Nel ritiro pre-gara, l’ennesimo malore portò il “Mago” (così veniva soprannominato l’allenatore sud americano della Roma) ad escluderlo dal match. Per tranquillizzare l’attaccante e abbassare il suo stato febbrile, i medici della Roma gli fecero ingerire delle pastiglie di antipiretico. La temperatura corporea scese ma non bastò: a fine partita il dramma. Giuliano Taccola crolla a terra ma questa volta va in arresto cardiaco. Inutile l’intervento dello staff medico di Roma e Cagliari.

La sua morte fece molto discutere. L’inosservanza dei protocolli medici è causa di molti dibattiti. Recentemente in una trasmissione radiofonica c’è stato il ricordo da parte di due ex compagni in giallorosso: Giacomo Losi (detto “Core de Roma”) e Francesco Cordova (detto “Ciccio”). Losi è più diplomatico e afferma: “Enorme tragedia! Lo conoscevo bene, conoscevo la sua famiglia. Fino alla creazione dell’Associazione Calciatori avevamo molte più difficoltà a tutelare i nostri diritti. Una volta la nostra categoria veniva considerata come niente!”.

Ciccio Cordova non le manda certo a dire ancora oggi:” Il calciatore era fortissimo; era mio compagno di stanza. Quando all’aeroporto sapemmo della tragica notizia, Herrera voleva comunque partire per giocare la Coppa Italia. Ci disse perfino di tornare a Roma e io gli risposi: vattene o ti mettiamo le mani addosso. Comunque poi, io e altri compagni di squadra rimanemmo a Cagliari dopo la morte di Giuliano.” Chiude: “Una cosa è certa, sulla morte di Giuliano non fu detta tutta la verità”.

Giuliano Taccola viene ricordato da tutti come un bravissimo ragazzo, come un forte calciatore in rampa di lancio soprattutto a Roma, dove aveva iniziato a trovare il giusto feeling con il goal (17 reti in 41 presenze) oltre a prestazioni eccellenti. Indossò, oltre la maglia della Roma, quelle di Alessandria, Varese, Entella, Savona, Genoa (dove è cresciuto calcisticamente).

Redazione

Il sito del settimanale 'Nuovo Corriere Laziale' testata che segue lo sport giovanile e dilettantistico della regione Lazio.

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