De Chirico e Savinio, una mitologia moderna
di Giuseppe MASSIMINI
La mostra alla Fondazione Magnani-Rocca a Mamiano di Traversetolo, (Parma) mette insieme le opere dei due fratelli, raramente esposti l’uno accanto all’altro
“Sono l’uno la spiegazione dell’altro”, scriveva Jean Cocteau, mentre André Breton definiva i loro lavoro “indissociabile nello spirito”. La Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo ospita la mostra “De Chirico e Savinio. Una mitologia moderna”.
Curata da Alice Ensabella e Stefano Roffi aggiunge un altro e fondamentale capitolo nella lettura della grande arte italiana del Novecento, promossa da diversi anni della Fondazione, e pone anche l’attenzione sui fratelli De Chirico raramente posti l’uno accanto all’altro. De Chirico (Volo 1888 – Roma 1978), padre della pittura metafisica nonché mentore del surrealismo; Savinio (Atene 1891-Roma 1952) prima musicista e scrittore e poi, a partire dalla metà degli anni Venti, anche grande pittore. In un percorso a tratti parallelo, a tratti distante tra loro, le visioni pittoriche di de Chirico trovano un corrispettivo letterario nella poetica del fratello, soprattutto nel secondo decennio del secolo quando alla pittura metafisica di Giorgio si affiancava riflessioni e contributi teorici del fratello Andrea conosciuto con lo pseudonimo di Alberto Savinio.
Ma, nonostante le opere di entrambi sono caratterizzate da temi di interesse comune come il viaggio, il richiamo al mito e all’antico, le interpretazioni dei due fratelli spesso risultano stilisticamente e iconograficamente distanti. La mostra ricostruisce criticamente le fonti comuni dei due artisti al fine di mettere in evidenza, scrivono i curatori “affinità, contrasti e interpretazioni nel fantastico universo che prende forma nelle loro tradizioni pittoriche, letterarie e teatrali”. La rassegna si snoda in otto sezioni tematiche con una variegata selezione di opere. Si inizia con quella dedicata al mito con un eccezionale confronto tra le versioni di Prometeodi de Chirico e Savinio con l’imponente Prometheusdi Arnold Böcklin. Si prosegue con altri elementi e personaggi del mondo dechirichano e saviniano come la Grecia, il luogo dell’infanzia intrisa di un immaginario classico e mitologico e la città, luogo della mitologia moderna, abitata da presenze enigmatiche: statue, manichini e oggetti di uso comune decontestualizzati. Di questo periodo la mostra espone una scelta di opere particolarmente rappresentative: di G. de Chirico Enigma della partenzae Manichini colorati; di Savinio GomorrheeAnnunciazione,omaggio alla figura della madre. Poi le opere ispirate al tema del cavallo caro ad entrambi gli artisti. Coeva alla serie dei cavalli quella dei gladiatori a cui si ispira anche Savinio verso il 1930. Altre due sezioni sono dedicate ai temi più classici: la natura morta e il ritratto. Si confrontano Natura morta con cocomerie corazza,opera tipica di de Chirico del periodo romantico quando si avvicina al realismo, e Fruits et oragedi Alberto Savinio di impostazione teatrale. Chiude il percorso un’ampia sezione dedicata a splendidi bozzetti, scene e costumi realizzati per il teatro altro terreno comune. Ben curato il catalogo della mostra (Silvana editoriale), ricco di immagini e testi critici.