Cicloviaggio 2019: continua senza sosta il cammino siberiano di Giorgio Lucarelli
Redazione
Siamo giunti al 12 luglio e il cicloviaggiatore sorano Giorgio Lucarelli continua spedito il suo itinerario in terra siberiana.
Ecco gli aggiornamento forniti dallo stesso atleta con un servizio fotografico dettagliato con luoghi e persone incontrate:
<<Nono giorno di viaggio. Percorsi 736 chilometri. Mi trovo a Kyubeme, a circa 230 chilometri da Ust’Nera..La Kolyma sempre più nel mio cuore. Per il momento nessun problema, fisicamente rispondo bene, più importante è la risposta mentale, quest’ultima molto positiva. È una strada sterrata snervante, devo sempre avere lo sguardo a terra, fare sempre molta attenzione dove poter trovare la traccia migliore per le ruote. Il fondo cambia spesso, si passa dalla sabbia alla ghiaia, ma quello che più temo per la bici sono le pietre, soprattutto in discesa. Non riesco a fare velocità, le medie sono molto basse, a me importa poco. Pedalo, avanzo lentamente, l’importante è avanzare. Al momento sono molto avanti con la media che avevo previsto..Il territorio è molto isolato, più mi spingo a Nord e meno auto e camion incontro. La cosa mi dispiace e non poco perché se avessi bisogno di aiuto, come già accaduto quando sono rimasto impantanato nel fango, dovrei aspettare molto tempo e attendere fermo in foresta non mi piace affatto perché c’è presenza di orsi..Non ne ho visti al momento anche se proprio ieri sera mentre attraversavo le montagne sotto la pioggia e a quote superiori ai 1300 metri di altitudine, due camionisti mi hanno intimato di fermarmi per avvertirmi di un loro avvistamento di un orso..La paura che già ho è aumentata ancor di più. Dovevo fermarmi per la notte in foresta ma ho preferito proseguire seppur molto stanco..La fortuna mi ha aiutato, perché su un valico a circa 1300 metri di altitudine, ho individuato una struttura, poco defilata dalla strada Kolyma..Era una stazione meteorologica gestita da una esuberante donna con l’aiuto del marito. Ho chiesto ospitalità e subitissimo mi è stata accettata. Ho cenato con loro, ci capivamo con il traduttore e abbiamo soprattutto bevuto vodka. Tre bottiglie in quattro, perché con loro c’era anche un amico. Sono andato a letto, allegrotto allegrotto. Questa mattina poi mi hanno preparato la colazione ed io cortesemente ho chiesto se avessero del pane, perché per i prossimi tre, quattro giorni non troverò ne caffè e nemmeno alimentari e dovrò dormire all’aperto. Naturalmente mi hanno dato pane, biscotti e cioccolato..Non solo, mi basta alzare il braccio con in mano una bottiglia vuota che immediatamente si fermano per darmi acqua e a volte anche cibo. Ecco lo straordinario cuore della gente di Siberia. Ci siamo salutati stringendoci e commuovendoci. Bello. Con le montagne è cambiato molto il panorama, fiumi impetuosi, vette con lingue di neve ancora molto visibili e su alcuni valichi ancora tanta tanta neve a pochissima distanza da me..Nonostante la fatica, riesco a immagazzinare ogni momento, rivederli poi con la mente mi da tanta forza per vederne altri. Ed io ne voglio ancora vedere>>.