Arte | Sette Maestri della fotografia informale
di Giuseppe MASSIMINI
La GAM di Torino presenta fino al 20 settembre negli spazi della Wunderkammer la mostra Forma / Informe
Una originale indagine sulla fotografia sperimentale italiana dalla metà degli anni trenta alla fine degli anni cinquanta del Novecento. Da vedere, fino al 20 settembre, alla GAM (Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea) di Torino, negli spazi della Wunderkammer, la mostra Forma /Informe, dedicata alla nascita della fotografia non-oggettiva e informale in Italia. Curata da Antonella Russo, storica della fotografia, raccoglie una selezione di 50 stampe vintage e originali in gran parte inedite di 7 grandi fotografi, di generazioni e formazione diverse, insieme a 23 rare pubblicazioni provenienti da importanti archivi italiani e da prestigiose collezioni d’arte internazionali.
La mostra che potremmo definire come “un viaggio al termine della forma” della fotografia italiana del dopoguerra, prende avvio dalle indagini sul luminismo tonale di Giuseppe Cavalli (1904-1961), critico e promotore della fotografia d’arte e prosegue con i fotogrammi del pittore e grafico Luigi Veronesi (1908- 1998) ai confini tra arte e fotografia. Il percorso poi mette in luce il grafismo ottico di Franco Grignani (1908-1999), la fotografia al servizio della grafica con esperimenti di esposizioni multiple e sovrapposizioni di diversi negativi e le innovazioni di Piergiorgio Branzi (1928), scatti in bianco e nero che esaltano la profondità del nero e il candore del bianco. E ancora le cosmografie cromatiche di Pasquale De Antonis (1908-2001), una personale tecnica basata sull’utilizzo di più fonti luminose filtrate da uno schermo cartaceo forato in più punti e le successive elaborazioni. Paolo Monti (1908-1982) dedica buona parte della sua ricerca alla fotografia “astratta”, “un’investigazione, scrive la curatrice in catalogo, nel cuore della materia del mondo, un andare alle fondamenta della produzione di forme primordiali”. Infine le molteplice esperienze come le Ossidazioni, i Pirogrammi e gli Idrogrammi di Nino Migliori (1926), protagonista indiscusso dell’informale fotografico empatico del secondo dopoguerra. Accompagna la mostra un catalogo bilingue edito da Silvana Editoriale.