Arte | Attraversare l’immagine
di Giuseppe MASSIMINI
Ferrara ospita la XVIII Edizione della Biennale Donna. In mostra le opere di tredici fotografe attive tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta
La palazzina Marfisa d’Este di Ferrara ospita, fino al 22 novembre, la mostra Attraversare l’immagine. Donne e fotografia tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta. La rassegna, curata da Angela Madesani, si concentra sul lavoro di 13 fotografe, italiane e internazionali, attive in un periodo di impegno politico e sociale, appartenenti al cosiddetto secolo breve, caratterizzato da grandi mutamenti di cui le donne sono state protagoniste. Filo conduttore della mostra le lotte in nome di un cambiamento radicale della cultura e della società per il raggiungimento di libertà personali e di conquiste democratiche: le grandi battaglie condotte per i diritti civili e per l’emancipazione delle classi sociali, non solo delle donne, ma anche per gli emarginati. La mostra prende avvio dalle opere di Diane Arbus (1923-1971), una delle più interessanti artiste della seconda metà del XX secolo, che ha saputo raccontare, con verità e crudezza, mondi paralleli alla normalità, realizzando alcune fra le fotografie più iconiche dei nostri tempi. Si prosegue con i lavori di indagine sociale e antropologica di Chiara Samugheo (1935) dedicate alle tarantate salentine della fine degli anni Cinquanta e di Lori Sammartino (1924-1971), tratte da La domenica degli italiani, che racconta un’Italia semplice negli anni precedenti il boom economico. Continuando nel percorso espositivo una selezione di opere da Morire di classe di Carla Cerati (1926-2016), una delle ricerche più significative e conosciute dell’artista che ha contribuito a mutare la situazione manicomiale nel nostro Paese.
Di grande forza le immagini di Letizia Battaglia (1935) sul mondo femminile. In sessant’anni di ricerca l’artista ha indagato potere criminale, prepotenza e corruzione in Sicilia. Non mancano riflessioni su avvenimenti extraeuropei. Ecco i reportages di guerra della francese Françoise Demulder (1947-2008), ambientati in Libano e in Cambogia, e della finlandese Leena Saraste (1942) dedicate alle rovine umane e architettoniche del conflitto israelo-palestinese dell’inizio degli anni Ottanta. Di Paola Agosti (1947), tra le più acute fotogiornaliste italiane, un intenso reportage sull’apartheid realizzato negli anni Ottanta in Sudafrica e di Lisetta Carmi (1924) la preziosa indagine legata al mondo genovese del porto. Giovanna Borgese (1939) si sofferma sul mondo dell’industria, nel momento della sua trasformazione (protagonisti sono i lavoratori, gli scioperanti e gli edifici abbandonati); Petra Wunderlich (1954) racconta dettagli di strutture religiose tra Germania e Belgio e Mari Mahr (1941), fotografa anglo-ungherese nata in Cile, ritrae Lili Brik la compagna e musa di Vladimir Majakovskij. Chiude la rassegna una piccola ma significativa selezione di opere di Francesca Woodman (1958-1981) che ha lavorato sul disagio femminile, il proprio, dando vita a immagini di grande forza e poesia.