Bloccato il Decreto Crescita: quali le conseguenze sul calcio italiano?
La Circolare numero 33 emessa dall’Agenzia delle Entrate riguardante il trattamento fiscale dei lavori rimpatriati nel nostro paese va a modificare gli effetti del cosiddetto Decreto Crescita che garantiva gravi fiscali per 5 anni riducendo del 70% la base imponibile IRPEF questo ha fatto si che soprattutto nel mondo del calcio, tutti quei calciatori, che sono stati lontani dall’Italico stivale per almeno 3 anni, al loro ritorno potessero godere di tale privilegio con un evidente vantaggio anche per i club acquirenti.
Questa circolare cambia le carte in tavola perché fino a prima della ratifica di questo atto per ogni lavoratore, nella fattispecie calciatore, contrattualizzato a partire dall’anno 2019 erano applicate tassazioni agevolate. Fino a quando il Governo non ratificherà il Decreto Crescita attraverso un DPCM i club non potranno più attuare alcuna detrazione fiscale sugli stipendi dei propri tesserati.
Con il mercato di Gennaio alle porta se non verrà trovata in tempi rapidi una soluzione molti club saranno costretti a rivedere i propri piani analizzando in primis la situazione riguardante i tesserati già a libro paga per poi valutare condizioni vantaggiose per l’acquisto di nuovi elementi.
Il calcio italiano sta cambiando, sta mutando, punta a crescere attingendo denaro da nuove fonti. Questa circolare può anche se momentaneamente frenare questa lenta ma costante ascesa con la speranza che le istituzioni facciano il possibile per trovare in tempi brevi una soluzione efficace.
(fonte: SS Lazio Agenzia Ufficiale)