L’intervista | Anna Salvati, il canto del colore
di Giuseppe MASSIMINI
Il mondo dell’arte vive l’ennesima ferita. Ancora una volta Musei e gallerie restano chiuse a causa della pandemia. Iniziamo con una serie di interviste a far conoscere il pensiero e l’arte di alcuni artisti che più volte abbiamo segnalato su questo giornale. Raggiungiamo via e-mail Anna Salvati.
Come nasce una sua opera?
Dall’esigenza di trasportare sulla tela un’impellente emozione. Allora le pennellate di colore scorrono sulla tela come le stringhe e i punti danzano come i quanti al ritmo della Musica delle Sfere. Mi espando fino a trovarmi in un’altra dimensione
Ha dei punti di riferimento?
Il mio punto di riferimento è la vita. Niente’altro. La fortuna di esistere per poter vivere, toccare, vedere i colori e la luce che permea ogni cosa. Sono parte del Tutto e nello stesso tempo sono il Tutto in un percorso olografico perenne. E questa sensazione è talmente grande e bella che cerco di trasmetterla a chi guarda il quadro.
Cosa è per lei il colore?
Il colore influenza lo stato d’animo attraverso frequenze che stimolano calma, gioia, eccitazione, … . E’ energia, fluido magnetico, che unisce Corpo ed Anima e aiuta a contattare e percepire la nostra Natura Divina. Quando lavoro elevo la vibrazione energetica portandola a livello spirituale. Lì a contatto con lo spirito, creo. Capto e trascrivo sulla tela quello che riesco a percepire attraverso il colore che rimane l’elemento base dove l’attimo fuggente del creare si concretizza.
Diversi periodi hanno caratterizzato la su attività artistica. Esiste una continuità tra le opere ultime e i suoi primi lavori?
Durante il mio cammino ho toccato e sviscerato diversi temi a me cari. Con amore, emozione e gioia ho cercato sempre dentro il mio universo. Questo è per me il sintomo di continuità: la ricerca di me stessa.
Molti pittori preferiscono l’uso di nuove tecnologie. Dove ci porta oggi la sua pittura?
L’utilizzo di nuove tecnologie non significa la fine della pittura. In questi ultimi anni anch’io ho rielaborato con la tecnica del digitale il ciclo dei disegni Fontane di Roma,iniziato alla fine degli anni 80. Per quanto riguarda la mia pittura dove mi porta non lo sò. Sono in continua ricerca per rinnovare stimoli ed emozioni .
Ha paura della morte?
Paura non direi. Dispiacere forse. Perché una vita non basta per fare tutto quello che si vorrebbe fare.Sarebbe bello andarsene a fare altro in altre dimensioni e universi, quando l’obiettivo prefisso è stato raggiunto senza rimpianti e rimorsi, con serenità e pienezza di vita. Perché niente si distrugge, tutto si trasforma.