L’intervista | Paolo Cannucciari: trascritture dell’anima
di Giuseppe MASSIMINI
Continuiamo a far conoscere ai nostri lettori altri artisti presenti sulla scena dell’arte. Abbiamo intervistato Paolo Cannucciari portavoce di una pittura intrisa di filosofia esistenziale. L’artista cura con dovizia di particolari e rigore di impianto compositivo ogni dipinto,proiezione di una energia interiore che il colore fa esplodere in tonalità splendenti o incupisce con neri cupi. Le sue opere sono tutte abitate dalla stessa tessitura di segni dove si mescolano e si sovrappongono brandelli di ricordi personali, uno sguardo sul mondo contemporaneo e il preludio all’avvento di una nuova era.
Le tue fonti di ispirazione?
Sono ispirato dalla vita in generale filtrata da un perenne bisogno di riepilogarmi a me stesso.
Chi sono i tuoi maestri ideali e in chi ti riconosci?
Nella mia formazione ho tanti punti di riferimento. Sono molti gli autori che preferisco ma non ricalco stili altrui. Da autodidatta il mio punto di riferimento è la storia dell’arte.
Colore e segno sono due elementi fondanti della tua pittura. Come nasce questo binomio?
Ho iniziato come pittore figurativo ma lo ritengo filosoficamente soppiantato dall’uso della fotografia e dalle derivazioni tecnologiche. Dipingo con una mia personale calligrafia fatta di segni e colori.
Fuori dagli schemi come definisci la tua pittura?
Anche se mi sono riconosciuto in alcune letture critiche,sono rimasto fedele al titolo della mia prima mostra: Lo Scriba, Trascritture dell’anima.
E’ giunto il tempo di fare un bilancio della tua vita?
Non credo che con l’arte si possa fare dei bilanci. Impossibile fermare il tempo. Ogni quadro rappresenta il mio stato d’animo del momento.
Dove ti portano i tuoi ultimi lavori?
Sono in continua evoluzione.
Sei condizionato da scelte di mercato?
Assolutamente no. Nemmeno nei momenti più difficili il mercato ha condizionato il mio lavoro e tantomeno le mie idee.
Oggi prevale l’uso di tecnologie o c’è un ritorno alla pittura?
Anche se oggi prevale l’uso di nuove tecnologie la pittura non scomparirà. Forse va controcorrente. Io mi sento ancora pittore; è l’unico vero scopo della mia esistenza.