Arte | Modigliani. Opere dal Musée de Grenoble

Arte | Modigliani. Opere dal Musée de Grenoble

di Giuseppe MASSIMINI

Dopo il periodo di grande difficoltà e di incertezze che hanno portato più volte la chiusura dei musei, da non perdere alla Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo (Parma) la mostra Amedeo Modigliani. Opere dal Musée de Grenoble (a cura di  Stefano Roffi con la collaborazione di Alice Ensabella, fino al 18 luglio, catalogo Silvana Editoriale). Una mostra preziosa anche se limitata dal numero delle opere. A documentare il lavoro di Modigliani Femme au col blanc, olio su tela del 1917, raffigurante Lunia Czechowska, la modella preferita, moglie dell’amico d’infanzia di Léopold Zborowski, mercante d’arte e mecenate di Modigliani e cinque ritratti a matita di personaggi della capitale francese degli anni dieci, dove egli fu al centro della scena artistica internazionale. Tra tutti gli artisti del Novecento, nonostante una vita breve,  Modigliani (Livorno 1884 – Parigi 1920) rimane ancora oggi una delle figure più amate e controverse dell’arte moderna sempre in bilico tra genio e sregolatezza. Modigliani arriva a Parigi nel 1906 sostenuto nella sua vocazione di pittore dalla madre, di origine francese, che lo aveva nutrito alla lettura di D’Annunzio, Baudelaire e  Nietzsche, figure  fondamentali nella sua formazione. Dopo aver studiato la pittura post-macchiaiola ha modo di ampliare le proprie esperienze artistiche attraverso l’amicizia con il tragico espressionista Soutin, grazie a contatti con l’ambiente simbolista e ancora con più fecondi rapporti con i cubisti. Ma il pittore verso cui Modigliani si mostra più sensibile in questi anni è certamente Cezanne. Nei primi anni parigini, l’amicizia con Brancusi e la comune scoperta della scultura negra lo porta a esercitarsi in innumerevoli disegni e a dedicarsi anche alla scultura. L’attività di scultore dura solo tre anni, dal 1910 al 1913. Nel 1914, nel successivo ritorno alla pittura contrassegna le sue opere da uno stile inconfondibile, in cui la vena lirica e sentimentale, quasi sensuale, viene temperata dalla purezza formale dei volumi.

Da sinistra, Ritratto di Paul Dermée, Femme au col Blanc e Ritratto d’uomo di Amedeo Modigliani

L’influsso di Brancusi lo porterà verso una ulteriore semplificazione della forma a cui unirà la sconfinata ammirazione per le opere degli artisti senesi del Gotico e del Rinascimento, senza trascurare i manieristi toscani: uno fra tutti il Parmigianino e la sua Madonna con il collo lungo. Da questo momento i volti sono i suoi soggetti preferiti. Si tratta soprattutto di figure immobili, dai colli allungati, dalle mani affusolate, dai volti svuotati da ogni particolare  realistico come icone bizantine. “Per lavorare, diceva Modigliani, ho bisogno di un essere vivo, di vedermelo davanti. L’astrazione mi affatica, mi uccide ed è come un vicolo cieco”. Protagonisti di questi ritratti amici, galleristi e intellettuali, ma anche umili personaggi e per lo più modelle conosciute nei caffè o incontrate per strada. Alle opere di Modigliani sono accostate in mostra esempi di pittura senese, maschere tribali della Costa d’Avorio e capolavori dell’arte francese, del periodo a lui contemporaneo,  appartenenti alle raccolte della Fondazione Magnani-Rocca. Oltre a Cézanne, anche Renoir, Monet, Matisse e Braque; ma anche l’italiano Severini, che in quegli anni viveva a Parigi.    Una visione ampia della scena artistica del tempo con al centro un grande maestro.

Redazione

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