Enasarco, blitz di Ferragosto: si allarga lo scontro sul Cda

Enasarco, blitz di Ferragosto: si allarga lo scontro sul Cda

Con un blitz a ridosso di Ferragosto, nonostante le intimazioni dei giudici e autorità di vigilanza, la coalizione guidata da Confcommercio e Confindustria si riprende la maggioranza del consiglio di amministrazione di Enasarco, il ricco istituto degli agenti del commercio, e rilegge alla presidenza Antonello Marzolla. È una battaglia che va avanti ormai da mesi quella per la guida dell’ente che amministra circa 300 mila posizioni contributive e può contare su un patrimonio di 8 miliardi di euro.

LA DELIBERA
Tutto comincia lo scorso dicembre quando la Fondazione elegge, tra le polemiche, il nuovo consiglio di amministrazione con Marzolla presidente. A scatenare la contesa l’esclusione dal voto di un delegato dell’assemblea dell’istituto della lista Fare Presto, espressione di Confesercenti, Anasf, Confartigianato, Federagenti e altre organizzazioni. La decisione aveva consentito all’altra coalizione, Enasarco del Futuro, formata da Confcommercio e Confindustria, di prendersi la maggioranza dei seggi nel cda e quindi la guida dell’ente.

Contro la delibera di elezione del consiglio, Confesercenti e le altre associazioni, assistite dai professori Guido Alpa e Andrea Zoppini, si sono rivolte al Tribunale di Roma che già lo scorso aprile aveva accertato “gravi irregolarità nelle operazioni di voto” e successivamente, il 22 giugno, ha chiesto un riconteggio e una nuova elezione del consiglio. Il Tribunale, accogliendo le ragioni di Confesercenti e delle altre organizzazioni, ha appurato infatti l’illegittimità della condotta della Commissione elettorale della Fondazione. L’organismo aveva infatti escluso dal voto, avvenuto in videocollegamento a causa dell’emergenza Covid, un delegato della lista Fare Presto, impedendogli così la partecipazione alla scelta dei componenti del nuovo consiglio. Una mossa che a giudizio della coalizione di Confesercenti ha consentito al raggruppamento di Confcommercio e Confindustria di ribaltare illegittimamente la maggioranza del cda. La procedura elettorale di Enasarco prevede infatti due turni: al primo, a cui partecipano gli agenti di commercio, i consulenti finanziari e le imprese, è assegnata l’elezione di quaranta delegati; successivamente i delegati nominano i quindici componenti del consiglio di amministrazione.

LA RIUNIONE
Stante la richiesta dei giudici prima di procedere al commissariamento dell’ente il ministero del Lavoro aveva chiesto un nuovo intervento della Commissione elettorale affinché individuasse “con la massima urgenza” una soluzione condivisa che consentisse di assegnare definitivamente i seggi contestati rispettando “le porzioni che la platea degli iscritti ha inteso esprimere nella costituzione dell’Assemblea dei delegati”. La coalizione di Confesercenti e Anasf si era detta disponibile ad arrivare a un “accordo tra le parti” per comporre “bonariamente la vertenza”. Una strada, secondo la lista Fare Presto, che tuttora appare l’unica “soluzione idonea ad evitare ulteriori strascichi giudiziari e ad assicurare, nell’intersse superiore di Enasarco e dei suoi iscritti, il celere ripristino della regolare operatività dell’organo di gestione dell’Ente”. Ma con sorpresa di Fare Presto, all’inizio di agosto la Commissione elettorale, espressione della vecchia maggioranza, ha in sostanza confermato nuovamente la maggioranza “manipolata” uscita dal voto dello scorso dicembre.

Una decisione che ha consentito la convocazione di un nuovo cda il 10 agosto scorso e la relazione – anche se la delibera non è stata ancora resa pubblica- di Marzolla alla presidenza dell’ente. Una nomina bollata subito dalla coalizione di Confesercenti e Anasf come “sopruso ferragostano” e contro cui sono state annunciate nove azioni legali. “La battaglia continuerà, anche per rispetto di quanti ci hanno chiesto un sostanziale cambio di passo nella gestione dell’ente, dopo decenni di una governance opaca e sterile”, assicura Luigi Conte, presidente dell’Anasf. Peraltro, le modalità con cui è stato composto quest’ultimo cda e la pervicacia con cui di vuole impedire l’alternanza sono tali da insinuare forti sospetti nei partecipanti della lista Fare Presto sulla gestione dell’attuale cda che ha guidato l’ente negli ultimi anni.

Redazione

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