L’intervista: Felixandro, Mondi lontani

L’intervista: Felixandro, Mondi lontani

di Giuseppe MASSIMINI

Alla pittura ha dedicato gran parte del suo tempo e, dopo gli anni di una lunga attività lavorativa, è diventata la compagna di tutti i giorni. Ci incontriamo nello studio, a pochi passi dalla chiesa di Don Bosco, nel popoloso quartiere di Cinecittà a Roma. Tra dipinti e disegni, appesi alle pareti, Mondi lontani e Luna confusa, due paesaggi cosmici che hanno segnato le tappe del suo lungo percorso iniziato nel primo decennio degli anni settanta. Sul cavalletto Ultimo quarto un’opera di grande dimensione. “E’ stata esposta per la prima volta, mi dice, a Palestrina alla Casa-Museo di Pierluigi da Palestrina nella mostra In Arte”.

Ricordi il tuo primo lavoro?

Un disegno a pastello, una veduta di Roma, che ancora oggi conservo gelosamente.

Hai continuato poi a disegnare?

Non ho mai smesso. Spesso sono disegni preparatori per tele di piccole e grandi dimensioni

Parlami della tua pittura.

Ho iniziato con la pittura di paesaggio. Parallelamente ho studiato alcuni grandi maestri della pittura impressionista e post impressionista che mi hanno aiutato ad approfondire le diverse declinazioni cromatiche e compositive. Successivamente mi sono avvicinato alla pittura surreale. E’ stato solo un pretesto per andare oltre, superare la soglia dell’esperienza figurativa e iniziare un nuovo capitolo della mia pittura, quello dei quadri “cosmici”, che ancora oggi fa parte della mia ricerca.

Da sinistra, Ultimo quarto e Mondi lontani di Felixandro

Come è avvenuta questa scelta?

Da tempo avevo il desiderio di rappresentare l’universo cosmico. Ogni giorno maturava dentro di me, nella mia immaginazione. Finalmente una sera dal terrazzo dello studio mentre osservavo le stelle che danzavano intorno alla luna venni rapito da questo spettacolo meraviglioso, da questa “poesia cosmica” che nei giorni successivi ho subito rappresentato. Prima con alcuni disegni poi con opere monocromatiche dominate dal blu e dalle sue infinite variazioni.

Cosa rappresenta per te il colore?

Il segno narrante di tutta la mia pittura.

Potresti legarti a un tema senza abbandonarlo?

E’ possibile. E’ accaduto durante il periodo dei dipinti “cosmici”. A volte arriva la voglia di cambiare. E’ successo pochissime volte. Per me sono state fondamentali pause di riflessioni.

A quali artisti ti senti più vicino ?

Amo molto Kandinskij per la sua libertà espressiva, Mirò per la sua fantasia, De Chirico per l’originale struttura compositiva.

Redazione

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