Surrealismi. Da De Chirico a Gaetano Pesce: 160 opere al Mart di Rovereto
di Giuseppe MASSIMINI
Una mostra completa e ben dettagliata. Documenta con studi recenti e riscoperte alcuni aspetti del surrealismo italiano ancora oggi poco conosciuto. Si intitola Surrealismi. Da de Chirico a Gaetano Pesce (da un’idea di Vittorio Sgarbi, a cura di Denis Isaia, fino al 20 ottobre). Una sfida non indifferente per il Mart di Rovereto che oltre ad approfondire e a valorizzare alcuni degli artisti presenti nelle proprie collezioni fa emergere autori meno noti ma molto suggestivi per la loro originale qualità artistica. Il surrealismo fu un movimento attivo fino al termine della seconda guerra mondiale. L’Italia fu estranea al movimento surrealista, la cui invenzione e maturazione avviene esattamente cento anni fa in Francia sotto la guida di André Breton. Si deve allo stesso Breton l’individuazione di due preziosi antecedenti al movimento nell’opera di Giorgio de Chirico e Alberto Savinio, inconsapevoli predecessori di una pittura rivolta ai luoghi più reconditi dell’anima, agli spazi dell’immaginazione e del sogno. La mostra, al Mart di Rovereto, riunisce 160 opere di oltre 70 artisti nati prevalentemente nella prima metà del XX secolo. A dare il benvenuto alla mostra, articolata in quattro sezioni tematiche, la grande Sedia Portaritratti, alta 4 metri, di Gaetano Pesce, nella piazza del Mart.
La prima sezione, L’oltrestoria, muove da Giorgio de Chirico e anticipa alcuni caratteri del surrealismo. Molti artisti, seppur in formazioni sparse, rielaborano il mito e la storia dando voce a narrazioni fantastiche e apparizioni perturbanti. A portata di sguardo sfilano le colte composizioni di Alberto Savinio e le malinconiche visioni di Arturo Nathan. Ecco poi le opere di Fabrizio Clerici, densa di citazioni tratte dall’arte del passato e di Enrico D’Assia, un Mediterraneo popolato da statue greche e romane. La seconda sezione, La surrealtà, porta in primo piano i temi cari ai pittori surrealisti. Tra i protagonisti di questa tendenza onirica troviamo Gianfilippo Usellini, Giuseppe Viviani e Gigiotti Zanini, ma anche, in epoca più recente, Adelchi Riccardo Mantovani, Annibale Luigi Bergamini, Benvenuto Ferrazzi e Ugo Sterpini. Nella terza sezione, I principi del piacere, il focus si sposta sulla sessualità, altro tratto distintivo della mostra. Nel tentativo di generare un’apologia del piacere i pittori surrealisti rielaborano, spesso in chiave demoniaca, la tradizionale figura della musa. L’ultima sezione, Parasuerralismi, è dedicata a quelle tendenze che manifestano un’affinità con l’alterità perturbante propria del Surrealismo. È il caso di alcune espressioni esoteriche del Futurismo ma anche di una scena più ampia di artisti che, a partire dai tardi anni Cinquanta, provano a uscire dal dominio della pittura informale rintracciando nel Surrealismo i principi di libertà esperienziale ed espressiva. Gli stessi impulsi daranno vita a movimenti artistici che troveranno in altre definizioni la propria identità più specifica, continuando ciononostante a pagare un importante tributo al Surrealismo.