In mostra al Colosseo Göbeklitepe: l’enigma di un luogo sacro

In mostra al Colosseo Göbeklitepe: l’enigma di un luogo sacro

di Giuseppe MASSIMINI

Monumentali pilastri a forma di T; sculture tridimensionali di animali; figura di donna in travaglio. Nel 1994 furono rinvenute le prime tracce del sito archeologico neolitico di Göbeklitepe situato nella regione della Turchia sud- orientale. A trent’anni dalla sua scoperta il Colosseo ospita la mostra “Göbeklitepe: L’enigma di un luogo sacro”, promossa dal Parco archeologico del Colosseo, a cura della direttrice  Alfonsina Russo con Roberta Alteri, Daniele Fortuna e Federica Rinaldi , la collaborazione del Ministero della Cultura e del Turismo della Repubblica di Türkiye e dell’Ambasciata di Türkiye a Roma (fino al 25 Marzo). Allestita al secondo livello dell’Anfiteatro Flavio, racconta la storia di questi suggestivi siti preistorici dell’odierna Turchia, dal 2018 inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Göbeklitepe si trova a 15 km dalla città di Şanlıurfa, sul punto più alto dei monti Germuş affacciata sulla piana di Harran. Al centro di continui scavi guidati dal Professor Necmi Karul che dirige l’ambizioso progetto Tas Tepeler nella zona dell’Anatolia sud-orientale è considerato l’insediamento con la più antica struttura monumentale mai riportata alla luce.

Veduta della mostra al Colosseo

Datato trai il 9.500 a. C. e l’8.200 a.C. il sito testimonia il cruciale passaggio dalle società di cacciatori-raccoglitori a quelle stanziali. I suoi monumentali pilastri a forma di “T”, scolpiti con raffigurazioni stilizzate di animali, motivi geometrici e figure umane, testimoniano la complessità delle prime comunità e delle loro credenze religiose. Il gran numero di raffigurazioni animali e umane dimostra l’esistenza di una cultura basata su forme articolate di pensiero simbolico. Tutti gli animali raffigurati sui pilastri a T devono essere stati osservati nella regione degli artigiani che li scolpirono: serpenti, volpi , cinghiali, gru, avvoltoi, bovini, asini, leopardi, gazzelle, ragni, scorpioni e anatre. Lungo il percorso ferma lo sguardo una statua di cinghiale rinvenuta nella Struttura D di Göbeklitepe. Dipinta con i colori rossi, neri e bianchi ritrae l’animale in una posizione d’attacco, in linea con l’iconografia del periodo. Tra gli altri reperti in mostra, spicca Figura di donna in travaglio, scolpita su una panchina posta tra due pilastri ritrovata nell’edificio noto come “Palazzo del Leopardo”. Fanno da guida allo spettacolare percorso espositivo contenuti multimediali e ricostruzioni tridimensionali, che coinvolgono i visitatori a immergersi nella vita e nelle credenze religiose di questa antica civiltà. In programma nell’ambito della mostra conferenze e seminari tematici con la partecipazione di esperti internazionali di archeologia e storia dell’arte.

Redazione

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