Rugby Roma Olimpic: festa con intitolazione del nuovo impianto a Renato Speziali
Un anno dove tutti hanno lavorato a testa bassa senza fermarsi un attimo e alla fine i risultati sono arrivati, suggellati sotto il caldo sole dell’estate romana con l’intitolazione del nuovo impianto di via Tor Pagnotta 351 (di cui si è occupato con un bel servizio anche il Tg3 Lazio a dimostrazione dell’ottimo lavoro fin ora fatto) al compianto e mai dimenticato Presidentissimo Renato Speziali. L’uomo che condusse la Rugby Roma Olimpic al suo ultimo scudetto. Era il 17 giugno 2000. In uno stadi Flaminio che ancora conosceva fasti sportivi, i legionari della Rugby Roma salivano sugli scudi per l’ultima volta. Poi il tracollo finanziario e il fallimento. Da due anni la rinascita. E che rinascita. Obiettivi ambiziosi subito conquistati: la promozione dalla serie C alla Serie B. La ricerca di una nuova casa, ancora un anno di transizione per il Primo XV in serie B, la vittoria e la conquista dell’èlite per la Under 18. Domenica l’intitolazione della nuovissima casa di questa storica società, la più titolata di Roma (e bene ricordarlo). Un impianto nuovo di zecca in cui i lavori fervono per essere pronti per aprire i cancelli ai vecchi, ai nuovi e ai futuri giocatori bianconeroverdi il prossimo 1 settembre. E ovviamente ai loro genitori. Un impianto che si presenta come tra i migliori di Roma, un vero club, almeno nelle aspirazioni, all’inglese. Un campo regolamentare (e misure che possono consentire anche, unici a Roma, partite internazionali), uno per il minirugby e fino alla under 14, una piscina, una palestra, una club house e un ristorante, due campi da tennis e un campo da calcetto e tanto altro ancora nel prossimo futuro. Alla presenza di oltre 200 tra atleti, genitori e dirigenti, del Vice Presidente del Comitato laziale di Rugby Emanuela Sessa, del Consigliere Federale Onorio Rebecchini, di Iko e Roberta Speziali, il Presidente Alberto Emett ha scoperto la targa che dà il nome di “Renato Speziali” al nuovo e grandissimo impianto di via Tor Pagnotta 351.
Tanta la commozione tra i più “vecchi” e tra quelli che furono gli “eroi” di quel 17 giugno 2000 al Flaminio. Tra loro (senza far torto a nessuno) anche Giampiero Mazzi, capitano nell’anno dello scudetto, tleta col maggior numero di presenze nella storia della Rugby Roma ed ex nazionale; Fabio Roselli anche lui ex nazionale, attualmente, oltre che Direttore tecnico della società romana, anche allenatore dei tre quarti delle Zebre e responsabile tecnico dell’ Accademia Francescato della Fir a Parma e prossimo allenatore della nazionale Under 20. Insomma, nomi importanti del rugby italiano che hanno creduto e credono nella rinascita di questo Club. Dopo la festa il lavoro prosegue senza sosta per arrivare a quel fatidico 1° settembre quando tanti allenatori saranno pronti ad accogliere bambini e i più grandicelli per dare il via alle danze a partire dalla under 6 fino alla under 18. Tanto è stato fatto, molto c’è ancora da fare ma a quanto pare la fatica a questi uomini e donne non fa paura. Del resto sono rugbisti, abituati a battersi in campo contro tutto e tutti. Figuriamoci se può spaventarli la fatica. Ma questo non deve metter paura perché il rugby, per loro, è passione, è vita, è fatica e sudore ma anche amicizia che dura una vita intera perché, sappia telo voi che vi approssimate ad esser rapiti da questo sport, un rugbista lo è per tutta la vita. Un po’ come la pubblicità del diamante.
Ufficio Stampa