Felixandro, il pittore del cosmo
di Giuseppe MASSIMINI
Una mostra a Marino celebra l’artista che compie 70 anni
Nelle pareti dello studio sono rimasti pochissimi quadri. Sono tutti appoggiati a terra e pronti per essere esposti nella sua prossima mostra al Museo Civico Mastroianni a Marino. L’inaugurazione è per venerdì 12 gennaio. Si intitola “Felixandro. Opere scelte” e ripercorre la sua lunga carriera di pittore. Classe 1948 Sandro Felici, in arte Felixandro, nasce a Roma dove svolge la sua attività artistica. Un’ educazione pittorica maturata sul campo: visita mostre e atelier di pittori romani, studia i grandi maestri del ‘900, passa ore davanti al cavalletto. Tiene la sua prima mostra nel 1970; l’anno successivo espone con il gruppo Il Ponte nell’omonima Galleria e sempre nello stesso anno partecipa alla mostra omaggio a Palizzi a Roma. Seguono, fino ad oggi, mostre personali e collettive sempre accompagnate da un convinto successo di critica e di pubblico. L’aquilone è una delle opere che più di tutte ha segnato il suo lungo percorso artistico.
Siamo oltre gli inizi della sua carriera, subito dopo l’esperienza figurativa, quando si avvicina prima alla pittura postimpressionista e successivamente a quella surreale. Poi a catturare la sua attenzione è il cosmo. Si stacca all’improvviso dalla ricca cromia dei colori, fino allora segno narrante della sua ricerca, e apre la strada al monocromo che preannuncia tutta la sua pittura futura scandita in poche masse e in una prospettiva ai limiti della regolarità. Dipinge opere esemplari, Leggerezza dell’essere, Aurora cosmica e Visione di S. Teresa, un romantico paesaggio di mare racchiuso in una luce algida. Uno dei primi capolavori del nuovo corso è Mondi lontani (2004), un brano di paesaggio lunare pieno di sogni avventurosi e fantastici. Inizia così per Felixandro la sua stagione più felice; ritorna più volte sullo stesso tema come Luna d’ottobre, Luna calante e Luna confusa affiancato a Blu soffuso, che rimarranno tra i dipinti più alti della sua piena maturità. Negli anni appena successivi apre nuovi orizzonti. Rivisita la pittura metafisica (Casa rossa, Egeo 1938) e si riavvicina a quella surreale con alcune varianti dalla versione iniziale. Si distacca adesso dal monocromo e ci regala, ancora una volta, una tavolozza piena di colori. A questo punto non possiamo non ricordare che uno dei fattori fondanti del tutto il suo lavoro è il colore; un colore che palpita come materia vivente, sia quando si modula in gamme alte e basse, sia quando tende al monocromo con tonalità di azzurri o con grigi bluastri spolverati da superficie luminose. Governano questi ultimi dipinti la persistente ricerca del segno e un’intensità cromatica che registra sulla superficie della tela mutevoli espressioni emotive. Arrivano opere capitali come Compagni di viaggio e Il pensatore, intriso di filosofia esistenziale. E’ l’inizio di un nuovo viaggio? Di sicuro non è una battuta d’arresto nonostante i suoi settant’anni compiuti.