Dzeko gioca dal primo minuto?
“Sì, motivatissimo e voglioso di far bene. Giocherà sicuramente dal primo minuto, sarà della partita e mi auguro sia determinante come in tante altre occasioni.”
De Rossi sta bene? Florenzi confermato da terzino?
“De Rossi sarà convocato con la speranza di poterlo recuperare o per giocare o per metterlo a disposizione per domani. Invece Gonalons e Perotti non saranno convocati, resteranno qui ognuno con un infortunio differente. Perotti speriamo di recuperarlo alla prossima in casa con la Sampdoria, per Gonalons sarà più lunga come infortunio. Florenzi ha la qualità di giocare basso, avanti o in mezzo. In base al recupero di De Rossi sceglierò, oggi non vi dirò niente di particolare per non dare vantaggi ad altri, come non li danno a me. Abbiamo lavorato per tutte queste posizioni che ho detto.”
Un messaggio per tranquillizzare i tifosi? L’obiettivo che porterà la Roma a costruire il futuro?
“Un futuro un pò ce lo siamo già costruiti. Al di là di quello che ha detto il direttore sul mercato e le idee della società, sono sereno. Dobbiamo portare prestazioni e atteggiamenti giusti. Le chiacchiere se le porta via il vento. Non mi piacciono le parole, ma i fatti. In questo momento abbiamo fatto pochi fatti o per lo meno nell’ultimo periodo non abbiamo dimostrato di essere quelli che erano i giocatori che – paragoniamo sempre la partita con il Chelsea – hanno avuto un periodo ottimo, in cui la squadra dava determinate sensazione che abbiamo un po’ smarrito e dobbiamo ritrovarle il prima possibile. Abbiamo lavorato in questo senso. Mi auguro, e voglio essere determinato in questo, di riportare entusiasmo. Noi dobbiamo trascinare loro, non il contrario. Come nell’ultima partita con l’Atalanta, bisogna dirlo, ci hanno incitato fino alla fine. Poi uno è libero di applaudire o fischiare, noi lo determiniamo. Dobbiamo ritrovare gli applausi della gente e l’incitamento con le prestazioni e non con le chiacchiere, al di là di chi scende in campo. Ci soffermiamo troppo sui singoli, ma ricordiamoci che noi rappresentiamo una cosa sola, la Roma. Lo sottolineo sempre ai nostri giocatori, non è un discorso individuale ma di squadra e noi dobbiamo essere bravi in questo.”
Kolarov ieri ha detto che la Roma punta alla Champions. Con i tanti giocatori in uscita, sembra che la Roma abbia mollato i suoi obiettivi. E’ così?
“Io non penso che scendiamo in campo per arrivare ottavi, noni o decimi in classifica. Come ho sempre detto, e lo dovete sottolineare sennò mi incavolo, non ho mai parlato di scudetto, ma di dar fastidio agli altri e cercare di migliorare la nostra classifica. Le ultime prestazioni dicono ancor di più che dobbiamo lavorare e migliorare, però siamo ugualmente competitivi per andare in Champions e questa è la risposta più importante. I numeri dicono che possiamo ancora puntare allo scudetto, siamo distanti e ci manca una partita. Sarà una settimana molto importante per definire gli obiettivi e dare una risposta a noi stessi e alla gente di quelli che siamo veramente. Scendiamo in campo con grande motivazione motivati, se fossimo demotivati starei a casa. La squadra non credo che ha mollato nell’ultimo periodo perché voleva pareggiare o perdere. Inconsciamente, o come volete, è mancata la forza e la determinazione avuta in altre occasioni e vi assicuro che abbiamo lavorato su questo. Vi assicuro che è molto psicologica la cosa, abbiamo lavorato sotto l’aspetto mentale. Con una settimana si fa fatica a spostare tanti equilibri tecnico-tattici o fisici. Abbiamo più recuperato le energie smarrite che lavorato.”
Un mental coach in radio ha detto che nella Roma si tende ad accontentarsi. Dato che la Roma non vince dal 2008, chi gioca nella Roma di cosa si accontenta?
“E’ inconscio. Ci esaltiamo e ci esaltate in maniere eccessiva. Si vive di eccessi. Venti giorni fa si sentiva parlare di una squadra e un allenatore di un certo livello, oggi sembra il contrario. Nella vostra vita voi cambiate giudizio in 20 giorni o siete bene o male sempre gli stessi? Potete aver smarrito determinati obiettivi o aver perso lucidità, ma non la determinazione, cosa si ha dentro e cosa si è davvero. Credo che il mental coach voglia dire che l’ambiente che può portare a questo, ma non è che succede da quando ci sono Monchi e Di Francesco, è un po’ l’ambiente generale e a volte può anche fare comodo perché parlare male porta più risultati o ascolto che parlar bene. Dobbiamo essere bravi a riportare la squadra mentalmente ad arrivare ai risultati. Detto questo, magari non siamo realmente ancora al livello delle squadre che ci stanno sopra in campionato ma non dimentichiamo che questa squadra l’anno scorso è arrivata seconda ed è uscita in Champions ai preliminari. Qualcosa di buono è stato fatto, ma non ci dobbiamo accontentare e io sono il primo a dirlo. Altrimenti tutti i giorni vi dico che quest’anno siamo passati in Champions mentre l’anno scorso sono stati eliminati. Non è corretto dirlo e dimostrerei io in primis di accontentarmi ad un obiettivo fine a se stesso. Dobbiamo cercare di andare avanti. L’osservazione del mental coach può anche essere giusta però per parlare le cose bisogna viverle ed è importante viverle per capirle. Io le ho vissute in tutti in modi e cerco di cambiare nel mio modo. Se diciamo sempre “tanto Roma è così”, non cambieremo mai, oppure “tanto la politica è così”, non cambieremo mai. Ci vuole qualcuno o un gruppo che si muova con convinzione in una direzione differente. Io sono convinto che si può fare, essendo più forti dentro che fuori.”
Pensa che le voci di mercato possano influire sulla squadra?
“Mi auguro di no ma allo stesso tempo ho cercato di alzare tantissimo l’attenzione ai giocatori, e prima di tutto alla professionalità nostra, che è la cosa più importante. L’amor proprio del lavoro che si fa, non dico il senso di appartenenza alla società, che è la cosa più importate di tutte per me, perché quando si vive in un contesto bisogna sentirsi parte di questo e della situazione, però è uno degli argomenti che ho affrontato. Il mercato ha fatto sempre parte di questo gioco, e chi fa questo lavoro lo sa. L’allenatore lo odia e il giocatore lo vive differentemente. La forza è far capire ai ragazzi che sono in questo contesto, che devono solo concentrarsi sul risultato e dare il meglio di loro stessi.”
Schick come sta?
“Purtroppo non parlo dei singoli. La squadra sta meglio, ha affrontato meglio le cose. Su Schick mi fate sempre le solite domande. E’ un ragazzo che ha bisogno di crescere, è venuto in un ambiente difficile. Sento parlare che deve giocare 4-3-1-2/4-5-3/4-7-8, due attaccanti, un attaccante ma se uno non è libero con la testa non può giocare da nessuna parte e se non è entrato in un contesto generale fa fatica a chiamarsi in tutti i modi. Principalmente deve ritrovare la condizione, ha lavorato per queste. Le risposte le dà solo il campo. Sono contento di come si è allenato questa settimana, veramente.”
Florenzi con gli esterni che lo puntano va in difficoltà. Con Perisic non sarebbe meglio metterlo più avanti?
“Si lavora in un determinato modo. Ognuno di noi può avere un’idea di calcio. Florenzi in questi anni ha fatto sempre il terzino e ha difeso anche con Hazard e altri giocatori importanti che sono girati dalle sue parti e la squadra ha fatto sempre bene. Non si lega solo ad un giocatore, ma ad un movimento generale di squadra. Può giocare con Perisic e ne sono convinto, oppure essere portato in avanti, ma la mia scelta si basa più su ciò che voglio dalla mia squadra che su chi vado ad affrontare.”
Come pensa di gestire i 3 giorni in cui la Roma starà a nord? Perché avete preso questa decisione?
“La scelta di rimanere a Milano l’abbiamo fatta in precedenza e non è punitiva, il contrario. L’abbiamo fatta perché tornare la sera tardi e ripartire già si fa fatica a preparare le partite. E’ una scelta fatta per far recuperare meglio i ragazzi e stare insieme, per affrontare meglio le problematiche o migliorarle. Abbiamo davanti una settimana importante. Saranno due partite delicate per noi, siamo corti numericamente come giocatori e dobbiamo cercare di essere più compatti.”