Van Gogh, tra il grano e il cielo
di Giuseppe MASSIMINI
Alla Balisica Palladiana di Vicenza una grande mostra racconta i diversi periodi dell’artista olandese, dal 1880 al 1890
Per gli appassionati di Van Gogh e non. Da non perdere, alla Basilica Palladiana di Vicenza, la mostra “Van Gogh. Tra il grano e i cielo”. E’ la più visitata e merita un viaggio. Nei primi mesi di apertura ha già superato 200.000 visitatori. L’esposizione, realizzata da Marco Goldin che ha curato anche il prezioso catalogo, edito da Linea d’ombra, un dvd con un filmato intitolato “Storia di una vita” e un libro con una scelta di cento lettere scritte da Van Gogh al fratello Theo, rimane aperta fino all’8 aprile. Le oltre 120 opere, 43 dipinti e 86 disegni, provengono dalle raccolte del Kroller. Muller Museum di Otterlo e da altre istituzioni e collezioni private. La mostra segue le tappe del breve tragitto dell’artista olandese dal 1880 al 1890. Accanto alle opere, a documentare questo decennio, un’ampia selezione delle lettere scritte da Van Gogh all’amato fratello Theo. Il percorso si apre con i primi lavori, animati da un realismo inquieto e intriso di un profondo sentimento religioso, disegnati durante il suo apostolato di predicatore laico nella povera regione mineraria del Borinage, in Belgio, dal dicembre del 1879 all’ottobre del 1880.
Poi la mostra si sofferma sugli anni olandesi, da Etten, nella primavera del 1881 fino all’autunno del 1885 a Nuenen. Il soggiorno a Nuenen fu decisivo per la sua formazione: disegna e dipinge contadini, tessitori, la chiesa, fino al capolavoro tragico dei “Mangiatori di patate”. L’anno successivo, dopo un breve periodo trascorso ad Anversa per frequentare la locale accademia di Belle Arti, Van Gogh arriva a Parigi. Nella capitale francese conosce gli impressionisti, Seurat in testa (visita lo studio di Seurat insieme al fratello Theo) e scopre la bellezza delle stampe giapponesi primo stimolo a schiarire con colori puri e luminosi la sua tavolozza nordica. Ma la sua espressione più intima e personale sboccia nel 1888 quando si trasferisce ad Arles, nel sud della Francia. Qui dipinge alcuni dei suoi quadri più famosi: il “Ponte di Langlois”, immerso in una luce dorata, i “Girasoli”, il “Postino Rolin” e diverse nature morte come la “Sedia e la pipa”. Ad Arles, è raggiunto da Gauguin. Ma dopo un breve periodo di convivenza armoniosa il loro sodalizio terminerà tragicamente. Iniziano per Van Gogh i primi accenni di disordine mentale. Lo splendore cromatico dei lavori di Arles cala nelle ultime opere eseguite nell’ospedale psichiatrico di Saint-Remy dove viene ricoverato intorno al 1889. Migliorate le sue condizioni agli inizi del 1890 il fratello si trasferisce ad Auvers-sur-Oise. Van Gogh continua incessantemente a dipingere. I toni tendono a incupirsi e il segno si fa ancora più ondulato e vibrante. L’ultimo quadro “Campo di grano con corvi” è dipinto alla vigilia del suicidio. Muore il 29 luglio del 1890. Era nato nel 1953 a Groot-Zundert. Si era formato sulle opere dei grandi maestri fiamminghi e tra i moderni su quelle di Millet, Delacroix, Daumier.