A Roma la Giornata Mondiale delle Fiere

A Roma la Giornata Mondiale delle Fiere

di Francesca EMPLER

Mercoledì 6 giugno si è svolta a Roma la terza giornata mondiale delle fiere. La scelta della data non è stata casuale poiché, come ormai da tradizione, si è svolta il primo mercoledì del mese di giugno. Questa importante manifestazione è nata nel 2016 dall’idea di Ufi-The Global Association for the Exhibition Industry.




Per questa terza edizione il tema è stato “The Power of Exhibitions”, ricco di attività culminate con l’atteso evento dal titolo “La Forza delle Fiere Italiane” presso la sala del Tempio di Adriano della Camera di Commercio. Si sono volti, inoltre, alcuni momenti di approfondimento come “Le fiere italiane come polo di lancio per creatività e talento” e una tavola rotonda. La giornata è proseguita con il tema “Creatività e talento”, per poi concludersi con la tavola rotonda “Giovani, progettualità e futuro”, in cui a confrontarsi sono stati rappresentanti del mondo accademico.




Il sistema fieristico italiano, come ha dichiarato Ettore Riello, presidente di Aefi (associazione esposizioni e fiere italiane), produce affari da 60 miliardi di euro l’anno e genera il 50% dell’export delle imprese italiane. Numeri assolutamente positivi, necessari per uno sviluppo dell’economia nazionale, ma soprattutto utili a dimostrare le potenzialità italiane. Le fiere sono infatti un importante punto d’incontro, ma soprattutto di confronto.

Secondo i dati Ufi, in totale vengono spesi 98 miliardi di euro di espositori e visitatori e sono ben 680 le occupazioni, che arrivano a 1,8 milioni se si prende in considerazione anche l’indotto come la ristorazione o i trasporti. È stato anche rilevato, a seguito di studi nel nostro Paese, che un euro investito nelle fiere produce due euro di indotto diretto e otto euro di indotto indiretto.




Riello ricorda anche che ogni anno, in tutto il mondo, i 31mila eventi fieristici attirano 260 milioni di visitatori e 4,4 milioni di imprese espositrici. Il nostro Paese, inoltre, è al secondo posto in ambito europeo e al quarto in ambito mondiale.

I numeri positivi, nel caso italiano, inducono a sperare in un futuro sicuramente migliore.




Redazione

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