Under 15 Regionali, Petriana Calcio. Mister Di Tella racconta i suoi 2004 e il suo calcio: “Il Calcio è come la vita. Ascoltate i vostri figli e accettate le loro scelte”

Under 15 Regionali, Petriana Calcio. Mister Di Tella racconta i suoi 2004 e il suo calcio: “Il Calcio è come la vita. Ascoltate i vostri figli e accettate le loro scelte”

Di Ufficio Stampa Petriana Calcio

Mancano sempre meno giorni all’inizio dei campionati e le squadre dell’agonistica stanno lavorando sodo per arrivare al meglio al primo appuntamento. Ecco che andiamo a scoprire cosa si aspettando i vari allenatori. Il primo intervistato è mister Di Tella al comando dei 2004 gialloblu per il secondo anno consecutivo.

Mister Emiliano, da dove si riparte dopo la bella stagione dell’anno scorso? “Si riparte sempre da zero. Tutti gli allenatori con un po’ d’esperienza sanno benissimo che ogni stagione è diversa dell’altra. Oltre a questo, ci sono molti fattori che cambiano nei ragazzi: l’ inizio del consolidamento delle capacità tecnico-fisiche e una crescita psicologica, che aiutano il giovane calciatore a comprendere il sacrificio e il lavoro da fare per migliorarle. Toccherà a me perfezionare e migliorare queste capacità. Anche se lo scorso anno abbiamo disputato un ottimo campionato, superando le aspettative , mi sento dire che quest’anno sarà più difficile, a prescindere dal girone”.

La Rosa è simile all’anno scorso o ci sono stati dei cambiamenti che ti porteranno a cambiare modo di giocare? “La rosa è diversa rispetto alla scorsa stagione. Abbiamo calciatori dal profilo interessante, che potranno dare una mano e che comunque mi porteranno a fare dei cambiamenti. Secondo il mio modesto parere sono i calciatori a fare il modulo, quindi siamo un cantiere aperto”.

Cos’è che ti ha più spinto a sposare il progetto Petriana anche per questa stagione? “Solo ed esclusivamente la serietà della società”.

Obiettivi per la stagione? “Direi, senza se e senza ma, la salvezza”.

Cosa vuol dire per te allenare i giovani? “Nonostante le molte richieste avute per categorie di Allievi e Juniores e anche uno spiraglio per una prima squadra, sono rimasto ad allenare i giovani. Io cerco di far capire loro che lo sport (in questo caso il calcio) è come la vita: duro, pieno di insidie, ma che regala momenti di grandissima gioia che non dimenticheranno per tutta la vita. Le nuove generazioni hanno bisogno di momenti di aggregazione e ambienti dove stare tranquilli e sereni sapendo che tutto ciò che si ottiene va sudato. Inoltre mi piace moltissimo curare gli aspetti tecnici e tattici quasi in modo maniacale (cosi dicono). Allenare questi ragazzi è per me motivo di grande orgoglio”.

Spesso i genitori sono un ostacolo o magari una spinta in più per i ragazzi che crescono su quel prato verde. Il consiglio più grande che un papà o una mamma posso dare al figlio nello sport? “Io sono genitore e non posso dare consigli particolari agli altri. Ma posso dire che quando parlo con i miei figli, cerco sempre di stimolare la loro fantasia e le loro ambizioni, cercando di bilanciare consigli e sensazioni, dandogli la carica giusta affinché trovino sempre la voglia di fare. Alcuni genitori si pongono fra società, allenatore e ragazzi. Fondamentalmente sbagliato, per il calcio si sentono tutti in diritto di poter insegnare e giudicare. Molte volte sono deleteri per i loro figli.
Spesso i ragazzi vivono lo spogliatoio in modo sereno accettando le scelte e le regole dello sport, mentre molti genitori fanno esattamente il contrario creando confusione e malessere al proprio figlio e non solo.
Si può vivere questo sport in maniera più serena. Credetemi, io da genitore sarei potuto intervenire più volte, visto che comunque sono un addetto ai lavori. ma non l’ho fatto perché ho visto in mio figlio un ragazzo sicuro e deciso. Sono stato io ad ascoltare le sue parole e accettare le sue scelte. Fate lo stesso anche voi!”.

Paride Roncaglia

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