Under 17, Petriana Calcio. Intervista a Mister Fontana: “Sarà il campo a parlare. Petriana società seria e di gente per bene”
Di Ufficio Stampa Petriana Calcio
Continua il giro di interviste ai mister dell’agonistica della Petriana Calcio. Oggi è stata la volta di Mister Alessandro Fontana, alla guida dei 2002 per la seconda stagione consecutiva. Di seguito le sue parole.
Ripartiamo da quanto accaduto nell’ultima stagione con i ragazzi. Hai preso la squadra a metà campionato, ma non siete riusciti ad arrivare alla salvezza. Cosa ti porti dietro per il nuovo anno? “La cosa più soddisfacente è stata che un gruppo praticamente spacciato alla fine del girone di andata se l’è giocata fino all’ultimo. Il rammarico rimane non aver preso prima questi ragazzi per riuscire nell’impresa. Avevamo sicuramente difficoltà nel reparto offensivo, mancava un vero e proprio bomber, quindi la grande mole di gioco che noi sviluppavamo non veniva sfruttata fino in fondo. Poi va detto che abbiamo praticamente dovuto ricominciare da capo nella seconda parte di stagione, con la metà delle partite a disposizione, lavorando sia fisicamente che tatticamente. Forse avevamo una panchina un po’ corta e spesso molti dei nostri erano impegnati anche con i 2001.
I ragazzi però hanno veramente dato tutto, siamo arrivati anche ad una sola lunghezza dalla zona salvezza ad un certo punto. Non posso davvero rimproverare nulla, anzi solo dire grazie”.
La Rosa è cambiata molto. Secondo te qualitativamente si è alzato il livello tecnico? “Ne abbiamo confermati otto dalla passata stagione, ma sarà il campo a parlare. Siamo una squadra completamente nuova, quindi c’è tanto da lavorare perché far amalgamare a dovere un gruppo di 25 calciatori non è facile. Io però credo che ci sia qualcosina in più rispetto all’anno scorso. Comunque dico già che il primo obiettivo sarà raggiungere la salvezza, ma reputo di essere alla guida di una squadra che ha la possibilità di migliorare molto, sempre attraverso il lavoro”.
Una domanda un po’ più tecnica. Per quanto riguarda il modulo di gioco hai già scelto il più adatto? “Stiamo lavorando tantissimo tatticamente, ormai da un mese, poggiandoci sempre su un 4-3-3. Questa però è una squadra che può giocare anche con il 4-2-3-1. Sto comunque cercando di cucire il vestito prendendo le misure sulle caratteristiche tecnico-fisiche dei ragazzi e i miei hanno delle buone potenzialità offensive”.
Secondo te quanto conta, in percentuale, il ruolo del portiere nell’economia di una squadra? Come si deve porre rispetto ai calciatori? “Il portiere, secondo me, costituisce un buon 40%. E’ importante avere un estremo difensore forte tra i pali, che si deve porre con personalità e che deve saper usare bene anche i piedi. Io sono soddisfatto perché abbiamo due buoni portieri: Migliaccio, confermato dalla scorsa stagione, e Capasso, che viene dagli Allievi Elite del Tor di Quinto.
Però mi sento di dire, il singolo non ti fa vincere le partite. E’ solo con il gruppo unito e composto da gente disposta a sacrificarsi che si arriva ai risultati”.
Da qualche tempo la società ha l’idea, prima o poi, di arrivare a creare una prima squadra. Secondo te quanto potrebbe portare, o eventualmente togliere, una scelte del genere ad un società come la Petriana Calcio? “Innanzitutto ci tengo a spendere due parole per la dirigenza, perché sono tanti anni che sono nel calcio e ti assicuro che gente per bene, seria, educata come il presidente Stefano e la famiglia Carpineti non l’ho mai incontrata. Andando più nel dettaglio penso che la prima squadra possa essere una cosa positiva in quanto potrebbe funzionare da sbocco in casa per il tuo settore giovanile. Io vedo, in futuro, la Petriana con una prima squadra “fatta in casa”.
L’idea del nuovo Responsabile della nostra scuola calcio Martino è quello di coltivare in casa i piccoli… “Io la penso allo stesso modo. Secondo me la scuola calcio è fondamentale per una società come la nostra. Non ha lo stesso blasone di società come Urbetevere, Vigor Perconti e via dicendo cosa che ti permette di attirare giocatori. Sarebbe perciò fantastico costruire giocatori forti in casa, partendo da istruttori di qualità e seguendo un progetto ben preciso”.