Pino Spagnuolo e Anna Salvati

Pino Spagnuolo e Anna Salvati

di Giuseppe MASSIMINI

Colore e segno nelle opere di due significativi esponenti dell’arte del nostro tempo.




Un autunno caldo per l’arte. Con mostre, eventi multimediali, fiere e aste televisive. Molti artisti tornano a conquistarci capaci sempre di sollecitare ancora consensi e interessi per le opere. Pino Spagnuolo dopo il successo della mostra antologica al Museo Civico di Marino, riannoda con una capacità di sintesi ogni convivenza con le altre ricerche dell’arte contemporanea e si spinge in una nuova grammatica campeggiata soprattutto da tonalità monocromatiche: prove di una creatività senza sosta e di una libertà di linguaggio. Lavora direttamente sulla superficie del quadro; stende un colore dietro l’altro e passa da toni decisi a zone di trasparenze con bianchi netti orlati di grigio. Governa questi ultimi dipinti un colore puro decantato con pennellate in vista che distillano toni chiari da toni ombrosi. A questa recente produzione appartengono opere di alta qualità dipinte con una sola tonalità di ombre dense come la notte (“Figure”) o sorvegliate da una leggera luce riflessa (“Figure in penombra”). Nato a Cesenali in provincia di Avellino vive e opera a Roma.




Da sinistra, Figure di Pino Spagnuolo e una serigrafia sulle fontane di Roma di Anna Salvati

Altra protagonista Anna Salvati. Recentemente ha invitato amici e galleristi nelle Vecchie Scuderie del Castello di Torrenova a Roma (studio dell’artista) per presentare le ultime serigrafie che completano la cartella “Fontane di Roma”. Realtà e fantasia si intrecciano e si sovrappongono in una piena rievocazione storica di grande suggestione. Radice comune la figura femminile legata al tema dell’acqua. In una elegante linea narrante c’è tutta la poesia e la storia di Roma, nella sua sacrale bellezza nella sua suprema ambizione e nella sua possente monumentalità. Racchiude questa danza di segni un coloro piatto fermato sulla superficie come una parola, sola senza aggettivi. Che talvolta grida su una dominate di giallo o di azzurro, altre volte si frantuma in timbri diversi (rosso, blu, verde) ma sempre ben saldo sulla superficie del quadro. Nelle pareti dello studio molti dipinti documentano anche la sua attività di pittrice. Sempre costellata da tappe importanti e punteggiata da cicli di opere come “La stanza dell’anima” e “Giallo onda”.




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