Cicloviaggio 2019: Giorgio Lucarelli per la seconda volta in Siberia
di Alessandro IACOBELLI
Spirito di avventura, entusiasmo e fatica. Giorgio Lucarelli ha ufficialmente inaugurato l’edizione 2019 del cicloviaggio. Destinazione Siberia, per il secondo anno consecutivo, con Magadan come metà finale. Il momento cruciale arriverà con la temibile strada sterrata P504, nota come “Strada delle ossa” o “Strada dei gulag”.
Ecco le prime dichiarazioni di Lucarelli appena giunto in terra siberiana: “Il viaggio è andato bene, per fortuna bici e borsone arrivati. Ora sono al Bed and Breakfast “Penthouse” a Jakutsk, sono le 24,00 passate, ci sono 7 ore in più di fuso orario rispetto all’Italia. Ho solo vissuto una disavventura per qualche ora, perché il negozio che mi era stato indicato qualche tempo fa per rifornirmi di cartucce di gas per il fornellino, aveva finito le scorte. Sono andato poco poco in panico, perché necessito del fornellino per cucinare. Con molta difficoltà, non parlano inglese, mi sono fatto indicare un altro negozio. Mentre mi accingevo a ripartire ho incrociato Nikolay, un ragazzo che si è messo a disposizione per trovarmi la ricarica. Mi ha accompagnato in altri negozi, purtroppo con scarsi risultati, poi è venuto con me fino al Bed and Breakfast, aiutandomi a portare borse e bici in camera. Quando è andato via, mi ha promesso che avrebbe trovato la ricarica, cosi è stato. Si è ripresentato al “Penthouse” con due ricariche e altre cose..Non si è fatto ridare nemmeno un rublo! Nel mio piccolo gli ho regalato il porta telefonino da manubrio, ha molto apprezzato. Poi mi ha detto se dovevo cenare, siamo andati in in locale dove si mangiano solo “piatti” jakuti, specialità loro, in un locale molto caratteristico. Anche al ristorante mi ha fatto intendere che ero suo ospite, ha provveduto a pagare il conto. Dimenticavo le nostre conversazioni avvenivano con il traduttore di Google sul telefonino, potenza della tecnologia. L’ho ringraziato più volte per il prezioso aiuto che mi ha dato. Lui semplicemente ha scritto in russo, tradotto poi in italiano, che è un jakuto e aiutare chi è in difficoltà lo rende molto felice. Un’altra lezione di vita da parte di un popolo che ho conosciuto l’anno scorso. Una bella conferma. Da domani si inizia sulla Kolyma, altra storia”.