Cicloviaggio 2019: arrivano nuovi aggiornamenti dall’atleta Giorgio Lucarelli
<<Quinto aggiornamento. Mi trovo a Susuman (Oblast di Magadan). Percorsi 1399 chilometri. Magadan a 625 chilometri. 9 ore di fuso orario avanti rispetto all’Italia. Viaggio ad una altitudine che va dai 600 ai 1250 metri sul livello del mare.
La sterrata in alcuni punti è davvero critica, qualche giorno fa ho costeggiato il fiume Hepa e dal lato della montagna erano venute giù alcune frane. L’argine del fiume stesso è “mangiato” dalle acque quando è in piena. Ho dovuto fare molta attenzione. Qualche chilometro prima di arrivare al villaggio di Artyk per le provviste, ho incrociato quattro cani, meno male che è passato un tir e li ha spaventati. Un cane era molto minaccioso, gli altri tre sembravano tranquilli. Meglio non fidarsi. Sono tre, quattro giorni che il clima è molto cambiato. Piove spesso soprattutto verso le 14,00 con forti temporali che rendono la pista molto fangosa..La mia grande paura è che il fango blocchi le ruote come già è successo il secondo giorno di viaggio. Tutte le volte che monto la tenda per la notte, viene giù l’apocalisse, la notte praticamente piove sempre. A me questo piace perché è una ninna nanna percepire le gocce d’acqua sulla tenda..Mi aiuta a dormire..Oggi la giornata più fresca, 4°, ero ben protetto e sempre asciutto grazie all’abbigliamento in goretex che mi ha fornito l’azienda T.L. ITALIA di Sora. Ieri invece mentre pedalavo lo sguardo è andato alla mia sinistra. Ho notato scheletri di palazzi in blocchi, stile ex Unione Sovietica. La curiosità è stata tanta e sono andato a visitare con molta apprensione, perché potrebbe essere diventato un covo di balordi, così come è raccontato e descritto nel libro “I diari della Kolyma” di Hugo-Bader. Ho fatto una deviazione di tre chilometri. E piano piano che mi avvicinavo, ho provato una forte sensazione di timore nel vedere molto da vicino una vera città abbandonata. Quel silenzio e lo scheletro di molti edifici, carcasse di auto, case bruciate e un forte male odore. Ho fatto foto e riprese e in gran fretta sono andato via..Poi ieri l’incontro più gradito ero in discesa e cercavo un luogo sicuro dove potermi sistemare con la tenda..Ero in discesa, pioveva dopo una curva ho intravisto il classico “camper” dei lavoratori. Erano lavoratori della linea elettrica. Sono stato praticamente bloccato e invitato. Era quello che volevo io!!! Ho chiesto di dormire con loro e mi hanno rifocillato. Naturalmente Vodka in quantità industriale. Con loro c’era Dennis che capiva un pochino di inglese. Abbiamo scambiato qualche battuta tra foto, video e tante tante risate. Ora invece vengo a quello che è successo, meglio, a quello che non è fortunatamente accaduto. Martedi 16 Luglio mi ero fermato per la notte a pochi metri dalla strada e ai margini della foresta . Erano circa le 19,30 ero in tenda sdraiato, prima di cenare. Ad un certo punto ho sentito un rumore, mi sono alzato e ho visto un orso bruno , a circa 15 metri da me. Mi sono spaventato da morire. L’orso non si aspettava la mia paurosa reazione. Si è improvvisamente fermato e un istante dopo è tornato di corsa in foresta. Non lo so, era più spaventato di me. Immediatamente ho smontato il campo, non era il caso di restare con un orso in giro. Sono stato velocissimo con un occhio sempre verso la foresta. Avevo timore che tornasse..Alle 20,30 ero di nuovo in bici. Dopo 10 chilometri, stanco e affamato, erano circa le 21,30 ho messo su un nuovo campo all’interno di una cava..Certo non è stata una notte tranquilla. Ero ancora molto agitato e nervoso, non ho chiuso occhio. Immaginavo che prima o dopo sarebbe accaduto. Questo descritto è un altro “lato” della “Kolyma”. Ed io ne sono a conoscenza>>.