Per un po’ ci si è chiesto quale fosse l’importanza data dai biancazzurri all’Europa League. È una bella competizione, certo, non bellissima, è una bella competizione che però non riempie lo stadio – ah, se non ci fosse la Curva Nord! – e non minimizza la percezione del freddo. Resta tuttavia una competizione, di quelle dove, appunto etimologicamente, si compete: e a competere è a volte l’amor proprio, a volte l’amor delle apparenze. Salvate da Inzaghi con i giusti cambi ad una formazione impacciata, come lo si è al primo appuntamento con chi tanto ti piace: alcuni poi lo erano davvero, al primo appuntamento. Con una maglia, una squadra che piace: non brillante come contro il Genoa, ma lucidata abbastanza da reagire allo svantaggio e riuscire a ribaltarla – quasi, finalmente, a rimuovere la patina opaca delle circostanze e del tempo.
PARTITA FIACCA, GIOCO SPEZZETTATO – Inzaghi cambia sette undicesimi della formazione che ha vinto e convinto contro il Genoa ma a fine primo tempo la Lazio non vince e non convince. L’ingranaggio laziale non pare infatti ben calibrato: la manovra è macchinosa, poco fluida, prontamente interrotta dal compatto centrocampo francese. Turnover che penalizza gli schemi di gioco biancazzurri, tanto che la Lazio, fino alla mezz’ora di gioco e ad eccezione di una girata al volo di Immobile del 6’, non tira mai in porta. È che l’insolita vicinanza tra alcuni interpreti della partita – questa è l’impressione – causa imprecisioni ed approssimazioni in un copione altrimenti, di solito, recitato a memoria. Appena meglio il Rennes, che pur giochicchiando nella metà campo biancazzurra ed infastidendo l’equilibrio della partita con uno sterile possesso palla che addormenta il ritmo, più di una volta impensierisce Strakosha. È proprio del numero 1 della Lazio che si ricordano parate – smentendo il leit motiv stagionale: Martin gli scalda i guanti al 25’; Tait – uno dei migliori in campo per il Rennes in questa prima frazione di gara – lo impegna al 32’. Nonostante l’opaca prestazione di entrambe le squadre, sono due – uno per parte – gli ammoniti del primo tempo: Cataldi al 9’, fallo su ripartenza di Tait; Gnagnon al 41’ per gioco scorretto su Caicedo.
AZIONE E REAZIONE – Nella ripresa un Rennes più vivace costringe la Lazio ad una reazione: sono i biancazzurri che si avvicinano – o provano – all’area di rigore francese. È anche Inzaghi a capire che la formazione schierata nel primo tempo è totalmente inefficace: Milinkovic e Luis Alberto, al 53’, prendono il posto di Cataldi e Berisha – entrambi poco o nulla incisivi nei primi quarantacinque minuti.
Tuttavia è il Rennes a trovare il vantaggio – e ciò non stupisce, in ogni caso: al 55’ una punizione battuta da Grenier innesca il colpo di testa vincente di Morel, portando meritatamente sull’1 a 0 la squadra che è apparsa più dinamica e propositiva.
La Lazio tenta, poi, di riequilibrare le sorti della partita: a fermarla, se non il fuorigioco, sono gli errori dei singoli incapaci di avviare e gestire una manovra offensiva efficace. I biancazzurri però crescono in dinamismo e conquistano spazi di gioco: il gol del Rennes è come caffeina in endovena per la Lazio, ora più volenterosa e però ancora non cinica e concreta. È comunque a tratti ben giocata la reazione dei padroni di casa, che mostrano finalmente padronanza del campo e della manovra: il pareggio non tarda perciò ad arrivare. La Lazio ricorda infatti il valore del collettivo e al 63’ c’è il tanto sospirato pareggio per fortissimo volere di Milinkovic, che trova l’angolino alla destra del portiere a conclusione di un’azione iniziata dal gioco di prestigio di Lulic sulla fascia e supportata dall’assist di Luis Alberto.
RENNES RIBALTATO – Neutralizzata l’offensiva del Rennes, sono i biancazzurri a dominare gli spazi: arriva così il raddoppio di Ciro Immobile, che di testa batte Mendy su cross di Milinkovic. Lazio che, a ribaltone concretizzato, lascia spazio di manovra al Rennes – rinvigorito anche dai cambi: i francesi tentano di approfittarne con una potente punizione di Bourigeaud, da poco in campo, che però non trova impreparato Strakosha. I francesi si riversano nella metà campo biancazzurra alla ricerca di un insperato pareggio; la Lazio tenta di massimizzare le ripartenza, peccando però di poca lucidità. Fase finale confusa e concitata: i biancazzurri contengono a fatica gli attacchi del Rennes, mentre i minuti di recupero scorrono lenti. Proprio negli ultimi istanti di gara c’è la più limpida occasione per il pareggio dei francesi: punizione dal limite per fallo di Bastos, il tiro di Grenier impatta sulla barriera. Ed è finalmente festa Lazio, che mostra attaccamento alla competizione e, ancora più importante, voglia di lottare per ogni partita.