Arte | Mirò, il colore dei sogni

Arte | Mirò, il colore dei sogni

di Giuseppe Massimini

Cinquanta opere dell’artista catalano alla Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo, Parma

“Visitare la mostra significa viaggiare dentro i sogni di Mirò perchè questa è la trama della sua arte”. Parole di Stefano Roffi curatore della mostra Mirò il colore dei sogni, aperta fino al 12 dicembre nella sontuosa ” Villa dei Capolavori” a Mamiano di Traversetolo, Parma. Catalano d’origine, Mirò (Barcellona 1893- Palma di Maiorca 1983) in tutta la sua vita ebbe l’istinto della libertà soprattutto nei confronti delle poetiche e delle mode dell’arte del suo tempo. I suoi primi interessi vanno all’espressionismo e al fauvismo. Sfiorò soltanto, senza farsene un problema, il cubismo; sostò più a lungo nell’area del surrealismo con Breton, Max Ernest, Masson. Quando si convertì al surrealismo, intorno al 1924-25, maturò il suo linguaggio più tipico slegato da ogni desiderio di rappresentazione e sempre più indirizzato verso un astrattismo lirico raggiunto attraverso pochi ma calibrati segni grafici. Se per il poeta  Jacques Prévert, Mirò era “un innocente col sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni”, per André Breton, fondatore del surrealismo, era “il più surrealista di tutti noi”.  Eppure, come scrive in catalogo Stefano Roffi,” non fu eccentrico come altri, tra cui il contemporaneo Dalì…sviluppò uno stile surrealista via via sempre più marcato quanto personale; in numerosi scritti e interviste espresse il suo disprezzo per la pittura convenzionale e il desiderio di “assassinarla” per giungere a nuovi mezzi di espressione”. A partire dal 1935 Mirò dilatò progressivamente i propri segni fino a renderli più evidenti, indisciplinati e talora “selvaggi” dominati dalla cupa brillantezza dei neri, cui corrispondono i rossi infuocati e gli accordi timbrici degli altri colori.

Due opere di Mirò in mostra alla Fondazione Magnani Rocca

La mostra, realizzata dalla Fondazione Magnani Rocca in collaborazione con Fundación MAPFRE di Madrid, è assolutamente straordinaria. Allinea cinquanta opere, realizzate fra gli anni Trenta e gli anni Settanta, presenti nei più importanti musei e nelle più  prestigiose collezioni internazionali e ancora poco conosciute nel nostro paese e questo rende particolarmente preziosa l’opportunità di ammirarle, in uno splendido percorso ideale,  alla Villa dei Capolavori. Ben documentati gli ultimi decenni della sua carriera con tele di grande formato e poetica bellezza. In questi anni dipinge i migliori frutti del suo “giardino” come Personnage et oiseaux devant le soleil e Personnage devant la lune. A fare  da cerniera i temi ricorrenti della sua attività che egli reinventa  di volta in volta con l’uso costante di simboli come le stelle, gli uccelli, la donna e le fantasiose rappresentazioni di teste sottolineando allo stesso tempo influenze così diverse come la tradizione popolare, la calligrafia asiatica o i graffiti urbani. Arrichiscono il percorso espositivo settantadue tavole  a colori del libro d’artista illustrato da Mirò con testi poetici di Tristan Tzara. Mirò lascia spazio all’espressività del gesto e affianca  alla sua anima più contemplativa una poetica unitaria tra sogno e colore. “Una semplice pennellata può dare libertà e felicità “

Redazione

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