Arte | La collezione Marchini. Tra impegno e passione

Arte | La collezione Marchini. Tra impegno e passione

In mostra all’Accademia Nazionale di San Luca a Roma oltre 130 opere dal 900 ai nostri giorni.

di Giuseppe MASSIMINI

C’è tutta la storia di una collezione che ha coinvolto la famiglia Marchini dal padre Alvaro, imprenditore e partigiano, alla figlia Simona “nella cura, nella preservazione dell’arte e della sua promozione” come racconta Gianni Dessì, coordinatore della mostra Una storia nell’arte. I Marchini tra impegno e passione, aperta fino al 22 aprile a Palazzo Carpegna a Roma, sede dell’Accademia Nazionale di San Luca. La forte passione di Alvaro per l’arte lo porterà a collezionare e ad aprire a Roma, nel 1956, la galleria La Nuova Pesa, con sede in via Frattina, trasferitasi poi, dall’autunno 1961, in via del Vantaggio. Chiusa La Nuova Pesa nel 1976, Alvaro Marchini continua l’attività imprenditoriale e collezionistica fino al 24 settembre 1985, anno della morte. Un mese dopo la figlia Simona riapre la galleria, sempre a Roma ma in via del Corso. La rassegna, a cura di Fabio Bensi, Arnaldo Colasanti, Flavia Matitti e Italo Tomassoni, articolata in sei sezioni, si snoda lungo tutte le sale espositive di Palazzo Carpegna in un suggestivo dialogo tra le opere della collezione Marchini e le storiche raccolte accademiche. Presenta oltre 130 opere di 77 artisti dal 900 ai nostri giorni. Prende avvio con quattro figure chiave del 900, Giacomo Balla, Giorgio de Chirico, Filippo De Pisis e Alberto Savinio e continua con alcuni pittori cubisti, Pablo Picasso, Georges Braque, Juan Gris, Fernand Leger e con il surrealista, René Magritte.

Da sinistra, Natura morta di Giorgio Morandi e Bagnante di Antonio Donghi

Due sculture in ceramica policroma smaltata di Leoncillo ci portano nella sala dei paesaggi che ruota intorno ai pittori della scuola romana. Mentre “La realtà nella storia”, altra sezione della mostra, richiama l’impronta politica di una stagione culturale incardinata nella cultura della sinistra storica del partito comunista: quadri di Renato Guttuso, Mario Mafai, Antonietta Raphaël. Altro merito dei curatori, oltre all’impaginazione della mostra, è quello di aver messo in dialogo quattro opere di Giorgio Morandi con altrettante di Osvaldo Licini, due “Vite silenti”di grande forza espressiva. Rapisce poi lo sguardo un dipinto di Antonio Donghi, alfiere di un realismo fotografico, capace di creare una suggestione del silenzio e quasi del sogno. Il percorso continua lungo la rampa elicoidale del Borromini: fotografie, documenti e opere raccontano la vicenda umana, politica e imprenditoriale della famiglia Marchini. A catturare ancora l’attenzione dei visitatori, una significativa raccolta di disegni di Otto Dix, George Grosz, Ernest L. Kirchner, tra espressionismo e nuova oggettività. Segue una selezione di opere ugualmente rappresentative della galleria: da Piero Guccione a Titina Maselli, da Alberto Ziveri a Carlo Levi. L’intervento spaziale di Maurizio Mochetti, Freccia nera, collega la collezione storica della galleria con quella contemporanea di Simona Marchini. Tra grandi nomi e scoperte sorprendenti abbraccia artisti come Carla Accardi, Enrico Castellani, Stefano Di Stasio, Jannis Kounellis,Toti Scialoja e Vettor Pisani.

Redazione

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