Arte | Fattori. Capolavori e aperture sul ‘900

Arte | Fattori. Capolavori e aperture sul ‘900

di Giuseppe MASSIMINI

Un’ ampia mostra alla GAM di Torino ripercorre l’ampia ricerca dell’artista livornese

Seppe interpretare in modo originale e innovativo tanto i temi delle grandi battaglie risorgimentali quanto i soggetti legati alla vita dei campi e del paesaggio rurale. Si unì ai macchiaioli dei quali divenne il rappresentante più autorevole. C’è tempo fino al 20 marzo per visitare alla GAM di Torino (Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea) la mostra Fattori. Capolavori e aperture sul 900 (a cura di Virginia Bertone e Silvestra Bietoletti). Idealmente si ricollega a quella allestita sempre in questi stessi spazi nel 2018 e intitolata ” I Macchiaioli. Arte italiana verso la modernità”. Testimoniava la presenza di Fattori sia alle manifestazioni annuali della Società Promotrice di Belle Arti di Torino sia alle Esposizioni Nazionali dalla primavera del 1863 e fino al1902. La mostra di oggi, proseguendo lungo quella linea di indagine, ricostruisce non solo le tappe della ricerca di Fattori (Livorno 1825, Firenze 1908) ma si pone, per la prima volta, di indagare la sua partecipazione alle esposizioni torinesi tra 800 e 900. Articolata in nove sezioni documenta con oltre 60 capolavori tra tele di grandi formati, preziose tavolette e una selezione di acqueforti: tutto il suo ampio orizzonte di ricerca: dalla breve stagione della macchia alle opere capitali degli anni 60 e 70, fino alle tele dell’età matura, uno sguardo acuto e innovativo capace di aperture sull’imminente 900. Il percorso prende avvio dagli anni del Caffè Michelangelo e prosegue con le innovative ricerche sulla “macchia” del periodo livornese.

Giovanni Fattori In vedetta

La terza sezione approfondisce i temi di soggetto militare. A coinvolgere lo spettatore Militari e cavalli in pianura, Soldati abbandonati e In vedetta (noto anche come Il muro bianco) uno dei dipinti davvero indimenticabili anche per gli appassionati di contemporaneità. La sezione successiva si concentra su temi e soggetti legati all’Italia postunitaria. Indicativi della nuova maniera dell’artista di confrontarsi con la natura Bovi e bifolco in riva all’ Arno e Cavalli al pascolo. Il percorso approfondisce poi la partecipazione di Fattori alle Esposizioni degli anni ottanta dell’Ottocento, il ritorno al mondo rurale e la sua maestria nella tecnica dell’acquaforte. Altra sezione chiave “La pittura come spazio mentale e il respiro della maremma” che, come spiegano i curatori, è quasi una sorta di affettuosa identificazione con l’indole stessa dell’artista che gli permise fino all’ultimo di ricercare maniere innovative per rappresentare la sua idea del “vero”. Chiude la rassegna una selezione di opere di artisti che furono allievi di Fattori: Plinio Nomellini, Oscar Ghiglia, Amedeo Modigliani e Lorenzo Viani e due dipinti di Carlo Carrà e di Giorgio Morandi. Una testimonianza di come Fattori non fu solo un protagonista dell’arte italiana ed europea del suo tempo ma di come contribuì al rinnovamento della pittura italiana del Novecento.

Redazione

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