INTERVISTA ESCLUSIVA, Perconti: «Più si dice che chiudo, più mi fanno vincere»
di Marco PICCINELLI
Lo sfogo di Maurizio Perconti: ora basta. La Vigor Perconti non chiude, ribadisce per l’ennesima volta il Presidente blaugrana. Perconti, dunque, raggiunto dal Nuovo Corriere Laziale, si lascia andare in un necessario sfogo personale anche perché, per usare le stesse parole del patron blaugrana, «si sono messe in giro voci sul fatto che stia per chiudere o che io stia sparendo».
Continuano le voci sul suo conto e sulla Vigor, Presidente.
«Voglio abbandonarmi a uno sfogo personale perché continua ad essere allucinante quel che vedo e quel che gli altri dimostrano. Si continuano a dire bugie su di me e riguardo la mia attività, dicendo che io sto per chiudere e che stia sparendo entro breve termine. Molte società, infatti, stanno chiamando i giocatori dicendo queste cose ed esse, anziché proporsi quel che sono, chiamano i giocatori denigrando me e comunicando cose false».
Concorrenza sleale, insomma.
«Esatto. Queste società non competono su un piano di normale concorrenza, in cui uno si esprime e parla per ciò che è. Quando chiamo un giocatore gli comunico quello che sono io, proponendogli quello che ho, non parlo di altri né di altro. Aggiungo, poi, che non mi sentirete mai parlare male di nessuno: io agirò sempre sul piano della concorrenza leale. E’ il lavoro che paga, è come tu ti comporti che dà risultati e, nel mercato, c’è una preferenza di ragazzi che vuole venire a giocare con la Vigor Perconti».
Di chi sta parlando, Presidente?
«Parlo di società limitrofe e non, anche molto importanti, di un certo livello. Tuttavia, dato che queste società non sono riuscite a raggiungere traguardi che – magari – ho raggiunto io, cercano di denigrarmi dato che non hanno altra possibilità di potermi ‘combattere’. Fortunatamente ho avuto la capacità di scegliere collaboratori validi che mi aiutano nel lavoro e stiamo dimostrando – negli ultimi anni – di fare bene. Pensassero, le altre società, a parlare di se stessi e dei problemi che hanno loro, non di me».
La Perconti, insomma, è ben lungi dal chiudere?
«Tutte falsità: più dicono che chiudo, più mi fanno vincere. E’ la dimostrazione, da parte di queste società, della loro incapacità. Personalmente sono stato sempre corretto nei confronti di tutti, ma adesso basta: pensassero a loro stessi e ai problemi che hanno nelle loro società, non a me. Se facessero così, se si prendessero cura di loro, forse avranno la possibilità di crescere, altrimenti rimarranno dei quaquaraquà. Gente che dimostra di non volere crescere. Io ho sempre detto che c’è sempre da imparare, anzi, ho sempre guardato gli altri per poter imparare di più e assimilare esperienza, però, su questo vorrei insegnare qualcosa io, a coloro che si reputano ‘superuomini’: non parlassero male degli altri, si riunissero con i loro dirigenti all’interno della società per poter migliorare. Per anni, personalmente, guardavo gli altri cercando di assimilare esperienza e ‘rubavo con gli occhi’: ero contento di vedere come lavoravano gli altri perché, allo stesso modo, volevo cercare di farlo anche io. C’è molta mancanza di umiltà, in questi comportamenti: non lavorando in maniera corretta, tentano di denigrare gli altri».
Un ‘corposo’ sfogo…
«Uno sfogo personale necessario a tutela di tutte le persone che lavorano con me, di tutti i ragazzi che vengono a giocare con me e che, negli ultimi anni, hanno avuto delle soddisfazioni immense».