A TecArt le opere di Nuccia Amato Mocchi
di Giuseppe MASSIMINI
Ogni incontro con l’opera di Nuccia Amato Mocchi lascia sempre forti emozioni. Ed è del tutto comprensibile che questo nasce da un’ artista che all’arte ha dedicato più di cinquant’anni della sua vita. Con un infinito desiderio di esprimere solo e sempre se stessa con lo sguardo di chi non si ferma sul mondo delle cose ma cerca altrove. Alcune delle sue opere capitali sono ora esposti nella mostra collettiva TecArt. L’Arte in Teca, promossa dal IX municipio a La Vaccheria, nuovo spazio espositivo di Roma Capitale, situato nel paesaggio dell’Eur. Visitando la mostra, insieme all’artista, rivedo volentieri alcune opere che non venivano esposte da tempo: Io bevo, L’avvocato, Conscio e subconscio. Ho riprovato la stessa profonda emozione di quanto li vidi esposti per la prima volta a Palazzo della Cornia a Città della Pieve. Così come Ilmagistrato, altra opera di forte impatto sociale, presentato al Museo Civico Mastroianni a Marino.
Di origine Etiopica Nuccia Amato Mocchi vive e svolge la sua attività artistica tra Roma, nelle vicinanze del quartiere metafisico dell’Eur e Sicignano degli Alburni in provincia di Salerno. Nel suo lungo percorso non si è mai stancata di indagare qualsiasi disciplina e tantomeno di mettere in discussione il proprio stile. Ha saputo guardare all’arte contemporanea ma anche recuperare le forme della pittura classica. A lungo la sua attenzione si è soffermata tanto sulla pittura simbolista quanto su quella surrealista. E’ passata dal disegno al pastello, dall’olio ai colori acrilici, dalla scultura in terracotta a quella in pietra, in un cammino a tappe dove si sono intrecciate tendenze e stili diversi. Due elementi costanti del suo lavoro sono il segno e il colore. E come sempre uno si sovrappone all’altro fino a coinvolgere l’intero spazio compositivo. Nelle tecniche miste, invece,una maggiore libertà espressiva accentua sempre di più il ruolo del colore. In questi ultimi anni approfondisce e reinterpreta molte delle sue precedenti esperienze. E anche in quelle apparentemente discordanti c’è una continuità intensa come intenso e profondo è il suo legame con l’arte. Un legame che resta inciso nella memoria come un verso di una sua poesia.