L’Accademia di San Luca a Roma celebra Guido Strazza, protagonista indiscusso dell’arte italiana
di Giuseppe MASSIMINI
“Io vedo il mondo come profilo di segni, il mio lavoro è il diario di ciò che vedo”. Lo scorso 21 dicembre Guido Strazza ha compiuto cent’anni e l’Accademia Nazionale di San Luca lo celebra e gli rende omaggio con la mostra Trame e Segni. Guido Strazza (fino al 29 luglio). Tra gli artisti più schivi del Novecento, Guido Srazza (Santa Fiora (Grosseto) 1922), ha attraversato un intero secolo di storia entrando in contatto con i principali interpreti dell’arte italiana e internazionale per diventarne a sua volta protagonista indiscusso. Il primo incontro decisivo per la sua attività artistica è nel 1941 con Filippo Tommaso Marinetti che lo invita a partecipare alle mostre di aeropittura a Palazzo Braschi a Roma e alla Biennale di Venezia del 1942 e lo esorta a proseguire la carriera artistica. Spazia dalla pittura, al disegno, alla grafica, fino all’incisione, evidenziando il carattere poliedrico della sua ricerca sul segno, attività che ha declinato anche nella didattica, organizzando corsi e seminari. Come presidente dell’Accademia di San Luca ha avviato nel 2011 e nel 2014 i progetti Primo Segnare e Segno/Colore con i quali ha riaperto le porte di San Luca alla didattica artistica per i giovani. Dopo la laurea in Ingegneria, nel 1948, si dedica completamente alla pittura. Viaggia in Sud America, Perù, Cile, Brasile dove lavora e partecipa a diverse esposizione. Nel 1954 rientra in Italia. Vive prima a Venezia e poi a Milano.
Tornato a Roma, ha frequentato la Calcografia Nazionale (1964-67), dove ha approfondito il linguaggio dell’incisione nell’ambito di una ricerca segnica e dal 1985 al 1988 ha diretto l’Accademia di Belle Arti. L’esposizione, ospitata nel nuovo spazio espositivo dedicato alle mostre al primo piano di Palazzo Carpegna, presenta una selezione di opere proveniente dall’importante donazione che l’artista fece nel 2018 all’Accademia Nazionale di San Luca. Ogni parete allinea una serie, o parte di una serie, di lavori realizzati negli anni Settanta e mette a fuoco la ricerca dell’artista che ruota intorno al tema della trama e del segno. Un segno che ha saputo e sa governare perfettamente sorvolando ogni virtuosismo e “macchinosità compositiva” e che fa corpo con il foglio di carta quali fossero le sorgenti invisibili del suo pensiero. Completa l’esposizione la proiezione del docufilm Guido Strazza (40′,2023) di Nicoletta Nesler e Marilisa Piga, che ripercorre la ricerca di Strazza dagli esordi ad oggi.
.